La cosiddetta “ameba mangiacervello” è il nome comune della Naegleria fowleri, un organismo unicellulare eucariota che può causare la meningoencefalite amebica primaria, un’infezione cerebrale rara ma estremamente letale con una mortalità del 97%. L’ameba “mangiacervello” si trova principalmente in acque dolci e calde come piscine sporche e sorgenti termali.
Dove si trova l’ameba e come avviene la trasmissione
L’ameba mangiacervello si può trovare in acque dolci e calde come laghi, fiumi, sorgenti termali e piscine poco disinfettate. La trasmissione avviene solitamente quando l’acqua contaminata entra nel naso, permettendo all’organismo di raggiungere il cervello e causare l’infezione. Soprattutto negli Stati Uniti meridionali, come in Georgia, Florida e Texas, la presenza di quest’ameba è più diffusa a causa delle temperature elevate e della scarsa pulizia delle piscine.
Sintomi e letalità dell’infezione da ameba mangiacervello
I sintomi dell’infezione da ameba mangiacervello includono perdita dell’olfatto, febbre, nausea, rigidità alla nuca, fino a evolvere in convulsioni, allucinazioni e coma. La malattia progredisce rapidamente e porta alla morte in circa 10 giorni, con un tasso di mortalità altissimo. Anche se esistono trattamenti con antimicotici e antibiotici, la maggior parte dei casi rimane fatale e la cura risulta inefficace nella maggior parte dei casi.
L’ameba “mangiacervello”: un parassita letale trovato in acque dolci e calde
Nota come Naegleria fowleri, l’ameba “mangiacervello” è un microorganismo che può causare la meningoencefalite amebica primaria, un’infezione cerebrale rara ma estremamente letale per la quale attualmente non esiste una cura efficace. L’ameba prende il suo nome dalla sua capacità di infettare il cervello umano, provocando la completa necrosi del tessuto cerebrale.
Dove si trova l’ameba “mangiacervello”
L’ameba “mangiacervello” vive in acque dolci e calde, con temperature ideali tra i 26 e i 46 °C. Le fonti di contaminazione includono piscine non ben disinfettate, laghi, fiumi, acque di scarico, sorgenti termali e persino acqua potabile non trattata. Principalmente riscontrata negli Stati Uniti, soprattutto negli Stati del sud come Georgia, Florida e Texas, la sua proliferazione è favorita dalle temperature elevate e dalla scarsa pulizia delle piscine.
Come si contrae la meningoencefalite amebica primaria
La contrazione della malattia avviene esclusivamente attraverso il naso, in quanto l’ameba raggiunge il cervello umano aspirata dall’olfatto. Una volta nel cervello, l’ameba provoca necrosi e infiammazione, innescando una reazione infiammatoria che accelera il danno neuronale. Lavaggi nasali con acqua contaminata e il contatto con piscine inquinante rappresentano le principali cause di infezione.
I sintomi e la pericolosità dell’infezione da “ameba mangiacervello”
I sintomi della meningoencefalite amebica primaria si manifestano dopo alcuni giorni e includono febbre, nausea, mal di testa, fotofobia e rigidità alla nuca. Successivamente compaiono sonnolenza, convulsioni, allucinazioni e coma. Con un tasso di mortalità del 97%, il trattamento attuale prevede l’uso combinato di antimicotici e antibiotici, tuttavia le prospettive di guarigione rimangono scarse. Nel corso degli ultimi 60 anni, solo cinque persone su 154 sono sopravvissute all’infezione, ma con gravi conseguenze a lungo termine.