I Campi Flegrei stanno ancora ballando il valzer del bradisismo, con il suolo che si solleva a un ritmo da capogiro di 20 millimetri al mese – una vera follia geologica che fa tremare i polsi, soprattutto dopo quelle scosse di marzo che hanno fatto saltare i nervi a tutti! Ma attenzione, gli esperti dicono che potrebbe essere solo l’inizio di guai più grossi, con il direttore INGV che non le manda a dire.
Attenzione, gente: i Campi Flegrei non si fermano! Sollevamento del suolo stabile a 20 mm/mese dopo i terremoti di marzo, ma il boss dell’INGV avverte: "sembrerebbe esserci una flessione ma è lieve e potrebbe essere confermata eventualmente nelle prossime settimane" e "mi aspetto una ripresa degli eventi sismici se la deformazione del suolo continua con questo trend". Scosse in calo, ma la quiete prima della tempesta? #CampiFlegrei #TerremotiInArrivo #VulcanismoPazzo
E mentre il suolo del Rione Terra si è già alzato di 26,5 cm dal gennaio 2024, con velocità che fluttuano tra i 10 e i 30 mm al mese, gli ultimi dati potrebbero solo essere un inganno statistico – o un segnale che la terra sta per ribellarsi sul serio. Non c’è da scherzare con questa roba, che sembra uscita da un film catastrofico!
I terremoti sono in picchiata, solo 46 eventi con magnitudo massima di 1.8, tutti superficiali e concentrati intorno a Solfatara-Pisciarelli – una bazzecola rispetto ai 116 della settimana prima. Ma se il sollevamento continua, preparatevi a ballare di nuovo! La mappa degli epicentri è come un brutto graffito su una tela instabile.
La geochimica non è da meno: temperature alle fumarole di Pisciarelli stabili a 96°C, senza variazioni degne di nota, come se il sistema idrotermale fosse troppo pigro per fare casino. Tutto in linea con i trend degli ultimi anni, ma chissà quanto durerà questa calma apparente.
Insomma, il bollettino INGV riassume: sismicità in calo, deformazioni stabili (con un possibile calo da confermare), e parametri geochimici che non si schiodano. Eppure, con Di Vito che prevede una ripresa delle scosse, ci viene da commentare: e se invece di bollettini, avessimo un piano d’emergenza degno di questo nome? Magari prima che la terra decida di fare la sua mossa!