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Carne divorata da larva affamata: panico negli Stati Uniti per il primo caso umano e i pericoli per uomini e animali.

Attenzione, l’incubo vivente arriva negli USA! Una larva mangia-carne, quella bestia schifosa che sembra uscita da un film dell’orrore, ha infettato il primo umano dopo un viaggetto in Sud America. Il Centro per il controllo e prevenzione delle malattie statunitense (CDC) e gli allevatori sono in panico, con storie contrastanti su come è successo – chissà se è colpa di qualche turista sfigato o di bestiame smarrito. Queste larve della mosca assassina, “Cochliomyia hominivorax”, si divorano la carne viva, causando ferite da brivido, dolore lancinante e persino la morte. Un disastro per il bestiame: l’USDA avverte che solo in Texas potrebbero saltar via 1.8 miliardi di dollari. #LarvaMangiaCarne #InvasioneInsetti #OrroreReale

Eccovi l’horror story completa: negli Stati Uniti, il primo caso di infestazione umana da questa larva mangia-carne, nota come New World Screwworm, ha fatto scattare l’allarme rosso, arrivata dritta dritta dal Sud America dove regna sovrana. Immaginatevi queste creature – le larve di “Cochliomyia hominivorax”, che significa letteralmente “mancia-uomini” (e fidatevi, fa paura, come se Madre Natura ce l’avesse con noi umani). – che si infilano nelle ferite e rosicchiano tutto, trasformando un graffio in un incubo. Non è solo roba da bestiame; ora ha toccato anche le persone, e il CDC è lì a urlare: usate repellenti, copritevi e non fate gli eroi in zone infestate.

Il ciclo di queste maledette larve è da film splatter: le femmine depongono fino a 300 uova vicino a ferite aperte, e in 12-24 ore, bam! Le larve emergono e iniziano a banchettare, “avvitandosi” nei tessuti come un trapano impazzito. In ambienti umidi e temperati, diventano adulte in 21 giorni, diffondendosi come una piaga biblica. È una miasis, gente, e se non la fermi, addio all’ospite – che sia un mucca o, orrore, un turista.

Per fortuna, la prevenzione è l’unica arma, visto che vaccini e farmaci non esistono. L’USDA e la FDA insかtono: controllate gli animali in arrivo da zone a rischio, usate repellenti seri e curate le ferite subito. In Texas, la Segretaria dell’Agricoltura Brooke L. Rollins ha tuonato sui piani per combattere l’invasione: allevare mosche sterili ai confini con il Messico, investimenti da 100 milioni di dollari per strategie high-tech, e alleanze con il Messico per evitare che queste bestie migrino. Perché, diciamocelo, chi vuole una carneficina stile anni ’30, quando 180.000 animali crepavano nel Texas?

Per gli umani, il rischio è basso ma terrificante: uova deposte su ferite o perfino in bocca, naso e occhi, con sintomi da incubo come lesioni che non guariscono, dolore atroce e puzza da voltastomaco. Il trattamento? Rimuovere chirurgicamente le larve, altrimenti si rischia infezione su infezione. Il CDC raccomanda: coprite ferite, indossate abiti che vi trasformino in mummie e dormite sotto zanzariere se vi avventurate in quelle zone.

E i costi? Un incubo economico: nel 1935, un’epidemia ha spazzato via tonnellate di bestiame, e oggi un ritorno significherebbe perdite da 1.8 miliardi solo in Texas. Grazie a radiazioni gamma usate dagli anni ’60, gli USA l’avevano debellata, ma eccola che torna col bestiame viaggiatore. I benefici dell’eradicazione? Oltre 900 milioni di dollari risparmiati per l’industria USA, e miliardi in Messico e America centrale. Insomma, non abbassate la guardia, o queste larve vi mangeranno vivi!

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