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Chernobyl, il reattore nucleare 4 colpito da un drone russo: motivi di tranquillità

Durante la notte scorsa, alle 1:50 ora locale, un drone a controllo remoto, presumibilmente di origine russa, ha colpito il reattore 4 dell’ex centrale nucleare di Chernobyl, nella zona protetta da un sarcofago. L’impatto ha causato un’esplosione e un incendio, arrecando danni allo strato esterno della struttura protettiva. Tuttavia, l’Agenzia Internazionale per l’Energia Atomica (IAEA) ha rassicurato tramite comunicato ufficiale che i livelli di radiazione nell’area, sia interna che esterna, rimangono normali e stabili. L’ente continuerà a monitorare attentamente la situazione, date le circostanze delicate.

In base alle prime dichiarazioni, l’attacco avrebbe utilizzato un drone russo equipaggiato con una testata esplosiva. L’esplosione ha inflitto danni al sarcofago in acciaio e cemento che protegge il reattore, il quale è stato coinvolto nel disastro nucleare del 1986. Nonostante i danni riportati, non è stato segnalato un aumento dei livelli di radiazione. Attualmente sono in corso indagini per valutare la condizione del rivestimento interno della struttura.

Rafael Grossi, direttore della IAEA, ha dichiarato: “Non c’è spazio per l’autocompiacimento e l’AIEA rimane in stato di massima allerta. Chiedo ancora una volta la massima moderazione militare intorno ai siti nucleari dell’Ucraina.”

Per comprendere la ragione della presenza di una struttura protettiva attorno al reattore 4 di Chernobyl e ricostruire quanto accaduto nel 1986, è disponibile un video ad hoc che offre maggiori dettagli.

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