Crollo epico sulla Cima Falkner: la montagna delle Dolomiti si sgretola come un gigante ubriaco, spargendo 400.000 metri cubi di roccia in una nube di polvere da incubo! Solo una settimana dopo l’ultimo sfracello, questo qui è 32 volte più mostruoso, e sì, probabilmente colpa del riscaldamento globale che fa sciogliere tutto. #CrolloMontagne #ClimaImpazzito #DolomitiInFuga
Eccovi i dettagli sporchi: lo scorso 1° agosto, alle 20:46, il versante ovest della Cima Falkner – quasi 3.000 metri di altezza purissima – ha ceduto in un’esplosione di rocce che ha fatto tremare i sismografi e lasciato a bocca aperta il personale di un rifugio lì vicino. Stiamo parlando di un casino naturale con 300.000-400.000 metri cubi di materiale che si è staccato, creando un polverone epico che ha cambiato la faccia della montagna per sempre. E come se non bastasse, le autorità stanno lì a monitorare con droni e laser, ma chissà se servirà a qualcosa in questo mondo impazzito.
Ma andiamo alle cause, perché questi crolli non sono solo un capriccio: è la natura che fa il suo sporco lavoro, erodendo le montagne come un bullo che picchia su un punching ball. I geologi dicono che è tutto naturale, ma “l’innalzamento delle temperature” sta accelerando il disastro, fondendo il permafrost che teneva insieme la roccia come un collante da quattro soldi. Risultato? Frane e cedimenti ovunque, e nei prossimi mesi potremmo vedere altri show simili. D’altronde, con l’erosione perenne che va avanti da eoni, chi siamo noi per fermarla?
Passiamo ai meccanismi che stanno rovinando la festa: il crioclastismo e il termoclastismo sono i veri villain qui. Il primo è quel giochino del gelo-disgelo, dove l’acqua si infila nelle crepe, gela, si espande e spacca tutto come una bomba a orologeria. Il secondo? Sbalzi termici folli che fanno dilatare e contrarre la roccia, creando tensioni fino al cedimento totale. In alta montagna, con escursioni termiche di 30 gradi al giorno, è un miracolo che non crolli tutto quanto. E per la Cima Falkner, dopo millenni di abusi, ora è sotto stretta sorveglianza con rilievi 3D, mentre i sentieri 305 e 331 restano chiusi perché, diamine, chi vuole rischiare la pelle? Intanto, i geologi tengono d’occhio le fratture, ma con il clima che va a rotoli, è come parcheggiare su una bomba. Che spettacolo, eh?