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Cimiteri di biciclette in Cina: un problema creato dall’abbandono di massa dei ciclisti

🚲 : i cimiteri di biciclette sono la follia del bike-sharing! Competizione sfrenata e assenza di regole hanno creato un caos di bici abbandonate ovunque. Ecco la storia di un eccesso tutto cinese.

Probabilmente avrete già sentito parlare degli enormi cimiteri che ospitano le spoglie di decine di migliaia, se non centinaia di migliaia, di biciclette. Il boom incontrollato del bike-sharing in Cina, spinto dalla competizione tra aziende e dall’assenza di regolamentazione, ha portato a una sovrapproduzione di biciclette, molte delle quali sono state abbandonate ovunque, dalle città alle campagne. La Cina, questo "gigante asiatico", ci ha abituati alla grandezza: dalla vastità del suo territorio all’estensione delle metropoli e dalla popolazione smisurata alle spropositate dimensioni di fabbriche, mercati, centri commerciali, fino ad arrivare alle stravaganze… la Terra del dragone quasi non ci sorprende più con i suoi record, tra eccessi ed eccellenze. Commento: Solo in Cina potevano trasformare il bike-sharing in un cimitero a cielo aperto!

Il boom del bike sharing cinese

Negli anni prima del Covid, la Repubblica Popolare Cinese ha vissuto un consistente boom nel settore della mobilità smart con la massiccia di servizi di bike-sharing. Il tutto per promuovere una circolazione sostenibile e pratica in città sempre più affollate e costantemente tormentate dall’inquinamento atmosferico di milioni di automobili in moto contemporaneamente. Per questo, decine di società private si sono letteralmente fatte la guerra, senza una corretta infrastruttura normativa a fare da guida, andando a saturare un mercato che in breve tempo si è riempito di app, servizi e bici studiate ad hoc per questa di mobilità sostenibile. Commento: Una guerra di bici che è finita in un disastro ecologico!

La concorrenza spietata e la produzione incontrollata hanno così immesso sul territorio cinese un numero quasi incalcolabile di biciclette, le quali, superando di parecchie grandezze la domanda effettiva, sono rimaste inutilizzate e sono state abbandonate ovunque, nelle grandi metropoli e non solo: migliaia di bici sono state recuperate anche in aree meno urbanizzate, come campagne e foreste, e persino ripescate dal letto dei fiumi. L’accumulo di queste in luoghi ben precisi ha dato vita ai cosiddetti cimiteri di biciclette, alcuni dei quali hanno raggiunto dimensioni davvero ragguardevoli, con numeri tra le 50 000 e le 200 000 unità. Commento: Quando il bike-sharing diventa un incubo ambientale!

Un problema ambientale e di sicurezza

Le discariche a cielo aperto non sono mai una buona cosa se prive di corretti sistemi di smaltimento e riciclaggio e una discarica di biciclette non rappresenta certo un’eccezione. Tanto per cominciare, non si parla di semplici biciclette, ma di mezzi di trasporto smart e quindi dotati motori elettrici, batterie ricaricabili, sensori, sistemi di navigazione satellitare, luci led, display integrati e numerose altre componenti digitali per la connettività… insomma nulla che possa essere sostenibile, se abbandonato in un qualunque ambiente del Pianeta. Commento: Bici smart che diventano un disastro per l’ambiente!

Oltre al prevedibile inquinamento che i materiali di questi mezzi di trasporto possono rilasciare nell’acqua o nel suolo, c’è anche il problema che il loro accumulo possa creare aree particolarmente pericolose per la sicurezza delle persone, dove potrebbero, ad esempio, svilupparsi incendi con fumi tossici o altri incidenti. Inoltre, sono emersi disagi inaspettati e disturbanti, come nel caso delle biciclette rovesciate che, giorno e notte, hanno emesso segnali acustici per attirare l’attenzione dei passanti, nel tentativo di farsi riposizionare per un utilizzo che non sarebbe mai avvenuto. Commento: Bici che gridano nel deserto, un vero incubo sonoro!

creative e sostenibili

Oltre ad aver realizzato una cornice normativa che sia più attenta alle reali esigenze di questo mercato, il governo cinese e un numero controllato di aziende hanno affrontato il problema ricorrendo ad attività di riciclo e riconversione. Bici ancora utilizzabili sono state rimesse in sesto e cedute a località colpite da eventi estremi e disastri naturali o donate a Paesi vicini, come il Myanmar, recentemente colpito da un disastroso terremoto, per consentire agli studenti di percorrere le lunghe tratte tra la propria abitazione e la scuola. Inoltre, alle più tradizionali forme di riciclo si sono affiancate quelle più creative, che hanno impiegato materiali e componenti delle bici per creare originali pezzi di design o per arredamento. Commento: Da disastro a design, solo i cinesi potevano!

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