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Come funziona e cosa può succedere a noi

Il recente caso di spionaggio via WhatsApp che ha colpito alcuni giornalisti italiani ha portato alla ribalta i rischi connessi all’uso di strumenti di spyware avanzati come Graphite, software sviluppato dall’azienda israeliana Paragon Solutions. Questo tipo di attacco, noto come zero-click, è particolarmente insidioso poiché non richiede alcuna interazione da parte della vittima, il che rende difficile da prevenire. Una volta installato, il malware consente l’accesso totale a messaggi, foto, video e contatti degli utenti, oltre a permettere di trasformare il dispositivo in un microfono ambientale per ascoltare conversazioni da remoto. Nonostante l’azienda abbia rescisso il contratto con il governo italiano, la protezione da tali attacchi informatici rimane una sfida complessa.

Cos’è lo spyware Graphite di Paragon Solutions

Graphite rientra in un’ampia categoria di spyware commercializzati per attività di intelligence e sicurezza nazionale, frequentemente venduti a governi e agenzie governative. Secondo fonti del settore, Paragon vanta almeno 35 clienti governativi in paesi democratici, escludendo nazioni in cui sono stati documentati abusi di tali strumenti. La somiglianza tra Graphite e Pegasus, un altro spyware progettato per infiltrarsi nei telefoni di giornalisti e attivisti, è evidente anche nelle tecniche utilizzate per sfruttare vulnerabilità nei sistemi operativi e nelle applicazioni di messaggistica come WhatsApp e Signal.

Gli attacchi zero-click, che non richiedono azioni da parte dell’utente, si avvalgono di vulnerabilità nel software del dispositivo per installarsi automaticamente. Ad esempio, un difetto nel sistema di gestione dei messaggi potrebbe consentire l’invio di dati malevoli in grado di eseguire codice dannoso non appena ricevuti. Queste vulnerabilità, note come zero-day, rappresentano falle di sicurezza non ancora corrette dai produttori, rendendo i dispositivi vulnerabili a sfruttamenti immediati da parte di attaccanti. Sebbene tali attacchi siano complessi e solitamente mirati, possono interessare anche utenti comuni.

Come sapere se WhatsApp è vittima di uno spyware

Per determinare se WhatsApp potrebbe essere oggetto di spionaggio, si possono considerare alcuni segnali, anche se la loro presenza non garantisce un attacco in corso:

  • Rumori o notifiche insoliti: vibrazioni senza notifiche possono suggerire un’irregolarità nel sistema.
  • Aumento della temperatura: un surriscaldamento del dispositivo può indicare un uso eccessivo delle risorse da parte di app spia.
  • Rallentamenti nell’uso di WhatsApp: un’app meno reattiva potrebbe segnalare l’esecuzione di software non autorizzato in background.
  • Scaricamento rapido della batteria: una batteria che si scarica senza un uso intensivo può essere sintomo di un’app in esecuzione.

Per proteggersi da potenziali attacchi spyware su WhatsApp, è fondamentale adottare alcune misure di sicurezza:

  • Mantenere aggiornati il sistema operativo e le applicazioni.
  • Attivare la verifica in due passaggi su WhatsApp e controllare periodicamente i dispositivi collegati per eventuali accessi sospetti.
  • Evitate di connettervi a reti Wi-Fi pubbliche non protette.
  • Scaricare app solo da fonti ufficiali e disinstallare le applicazioni non utilizzate.

Sebbene tali misure possano non garantire una protezione totale contro attacchi sofisticati come quelli recentemente denunciati, risultano comunque utili per incrementare la sicurezza personale.

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