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Come gli stipendi medi in Italia vengono deliberatamente tenuti bassi dal sistema per favorire pochi privilegiati

Svelato il segreto: Gli italiani sotto pagati? Stipendi medi da 32k euro lordi all’anno, ma con divari che fanno infuriare!
Ehi, popolo della pasta e del precariato, preparatevi a un pugno nello stomaco: in Italia, lo stipendio medio annuo lordo è di circa 32.000 euro, che si traduce in un netto mensile tra i .700 e i 1.850 euro – mica male, se non fosse per le ingiustizie che urlano vendetta! Chi studia di più arraffa il 38,8% in più rispetto ai diplomati o peggio, agli ignoranti; il Nord si pavoneggia con stipendi più del Sud e delle Isole, dove la arriva a 3.550 euro; e non dimentichiamo il Gender Pay Gap, quel capolavoro maschilista dove le donne guadagnano il 5,6% in meno, e fino al 30% tra i dirigenti. Ah, e l’età e la dimensione dell’azienda? Fanno la differenza, mica per niente! #StipendiItalia #GenderPayGap #DisuguaglianzeSociali

Ma andiamo al sodo: cosa è questa RAL, o “Retribuzione Annua Lorda”, che tanto fa discutere? È l’importo totale che un lavoratore becca in un anno, prima di tasse e contributi per INPS e IRPEF – insomma, il malloppo lordo che include stipendi mensili, tredicesima, quattordicesima e magari qualche ora extra, ma esclude TFR, buoni pasto e bonus vari. Secondo l’ultimo Report Istat del 2025 sui dati del 2022, la RAL media nazionale è di 31.856 euro: i dirigenti (solo l’1,1% dei lavoratori) sfiorano i 106.606 euro, i quadri arrivano a 56.746 euro, gli impiegati a 33.358 euro e gli operai, la maggioranza (55,%), si fermano a 27.266 euro. E sapete cosa è peggio? Gli stipendi più bassi crescono più velocemente, ma resta una barzelletta per chi arranca.

Parlando di disastri geografici, il Nord Italia ci dà dentro con stipendi medi lordi di 32.913 euro, il Centro arranca a 31.956 euro, mentre Sud e Isole sono un disastro a 29.375 euro – un divario di ben 3.550 euro che fa gridare al furto legalizzato! Secondo il JP Salary Outlook 2024, con la Retribuzione Globale Annua (che include bonus), la differenza tra Nord e Sud balza a oltre 4.300 euro. Le regioni top? Lombardia prima con 33.635 euro (grazie, Milano!), seguita da Lazio (33.242 euro) e Trentino-Alto Adige (33.532 euro). Al fondo, poveri calabresi, siciliani e lucani con appena 27.232 euro in Basilicata – traducendo in netto, significa 1.500 euro mensili in Lombardia contro miserabili 1.215 euro in Basilicata. Roba da far imbestialire!

E i lavori da sogno? Quelli nei servizi finanziari pagano una RAL media di 45.461 euro, seguiti da “utilities” con 34.861 euro, industria di processo (33.710 euro) e manifatturiera (33.349 euro). I veri re? Notai che partono da 60.000 e arrivano a 200.000 euro, Architecture Manager a 168.000 euro, analisti dei dati a 150.000 euro, medici tra 70.000 e 110.000 euro, e via dicendo. Ma attenzione al rovescio della medaglia: servizi alla persona e agricoltura arrancano con 24.916 euro e 25.114 euro, e l’alberghiero non va meglio con 25.855 euro. Oh, e un sindaco di paesino? Solo 2.000 euro lordi al mese, mentre nelle metropoli sfiora i 14.000 – non male per chi chiacchiera al bar!

Ora, il tasto dolente: il Gender Pay Gap, quella piaga che fa incavolarsi le donne (e chi ha un po’ di cervello). Secondo il Rendiconto 2024 INPS, le donne guadagnano in media 20 punti in meno all’ora rispetto agli uomini, con picchi del 32,1% in finanza e servizi – un abisso nel commercio (23,7%) e manifattura (20%). Peccato che in Italia siamo “bravi” con solo il 9,3% di gap, tra i più bassi in UE, mentre elsewhere vanno peggio. Ma non illudiamoci: il part-time salva le apparenze, ma nei full-time il divario esplode, specie nel privato. Roba da chiedere vendetta!

E per chiudere, i divari che non finiscono mai: un laureato incassa il 38,8% in più di un non laureato, con RAL a 41.716 euro contro 30.063 euro. I titoli di studio contano: un diploma porta il 18,5% in più, una laurea addirittura il 58,8%. L’età? Gli over 50 guadagnano il 65,5% in più dei giovani sotto i 30, con retribuzioni orarie da 18,7 euro contro 11,9 euro – e sapete una cosa? Le aziende giganti (oltre 1.000 dipendenti) pagano fino a 19,2 euro l’ora, mentre le piccole arrancano a 12,8 euro. Insomma, in Italia, sudare non basta: serve fortuna, studio e un po’ di ingiustizia per campare! 😤

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