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Contaminazione nucleare scatenata da attacchi a siti, con esplosioni atomiche escluse dal rischio principale

BOMBA o BUFALA? Attacchi nucleari non fanno esplodere l’inferno atomico, ma spargono veleno radioattivo ovunque! Israele e USA hanno colpito siti iraniani, ma nessuna detonazione epica – solo rischi per la salute e l’ambiente. Scopri perché questi attacchi sono una follia che potrebbe rovinare il pianeta. #AttacchiNucleari #IranChaos #RadioattivoPericolo

L’attacco a siti nucleari, come impianti per l’arricchimento dell’ o depositi di materiale fissile, non scatena una vera e propria esplosione nucleare, perché manca quella roba complicata tipo la "configurazione geometrica critica" e il sistema di innesco per far partire una reazione a catena da brividi. Ma attenzione, gente, questa ha creato un sacco di confusione, specialmente con i recenti raid israeliani sui siti iraniani, che hanno fatto tremare i pantaloni a tutti motivo. Il vero incubo? La dispersione di schifezze radioattive che inquinano tutto, mettendo a rischio la salute pubblica e rendendo l’ambiente un disastro totale. Insomma, rovinare questi impianti, che siano per usi civili o militari, è una mossa da pazzi, anche senza un botto atomico stile Hollywood.

Passiamo a chiarire la differenza tra "materiale nucleare" e "ordigno atomico". Non è solo roba da nerd: entrambi hanno isotopi radioattivi, ma uno è innocuo senza i giusti ingredienti, mentre l’altro è una bomba pronta a fare danni enormi. Per far scoppiare un "ordigno atomico", ci vuole una reazione di fissione nucleare super rapida, con uranio-235 o plutonio-239 super puri, disposti in una geometria che raggiunge la massa critica – cioè la quantità minima per farla esplodere – e un sistema di innesco da film di spionaggio. Nei siti nucleari, invece, il materiale fissile è sparpagliato senza queste configurazioni pericolose, quindi bombardarli non provoca un’apocalisse atomica. Prendete gli impianti di arricchimento: lì l’uranio è processato a livelli bassi, tipo sotto il 90% di U-235, ben lontani dal 90% plus che serve per le armi.

Il rischio grosso, però, è la contaminazione radioattiva, come visto nei disastri di Chernobyl e Fukushima, dove si è scatenato l’inferno senza bisogno di una detonazione. Parliamo di particelle e gas radioattivi che volano nell’aria, nel suolo e nell’, rovinando la salute umana e gli ecosistemi. Non è una bomba, è un veleno invisibile che si diffonde e fa danni a lungo termine.

Ora, la domanda che fa impazzire tutti: è peggio colpire un sito nucleare militare o civile? Beh, andiamo, i siti civili sono una trappola mortale! Lì ci sono tonnellate di materiale fissile e rifiuti radioattivi, con protezioni da quattro soldi rispetto ai bunker militari super fortificati. E indovinate? Molte centrali sono piazzate vicino a città affollate o coste, per motivi stupidi come il raffreddamento, quindi un attacco potrebbe avvelenare milioni di civili innocenti. I siti militari, invece, sono in mezzo al nulla, con difese da fortezza impenetrabile, rendendoli meno appetitosi per i pazzi con i droni.

Parlando dei raid recenti su siti iraniani come Fordow, Natanz e Isfahan da parte di USA e Israele, non c’è stato nessun boom nucleare o fuga radioattiva seria, come confermato dall’Agenzia Internazionale per l’ Atomica (AIEA). Le autorità iraniane dicono che non ci sono state dispersioni al di fuori delle strutture, e i livelli di radiazione sono normali. Ma nonostante i danni strutturali e possibili perdite interne, è un sollievo – per stavolta – che non sia scoppiato il caos globale. Chiamatelo miracolo o fortuna, ma questi attacchi ricordano a tutti quanto sia stupido giocare con il fuoco atomico.

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