I film della Disney ce lo hanno fatto vedere: la gioia è una delle emozioni fondamentali dell’essere umano (e non solo). Non ha però le sembianze di una fatina effervescente, ma assomiglia più a un cocktail di sostanze in circolo in alcune aree specifiche del cervello. A livello neurochimico, la gioia è il risultato di un complesso gioco di interazioni tra neurotrasmettitori e circuiti neurali. La gratificazione, la motivazione, le emozioni positive e la ricompensa sono insieme di sensazioni che identificano, nella nostra esperienza, i momenti di gioia. Le principali sostanze coinvolte sono la dopamina, la serotonina, le endorfine e l’ossitocina, che influenzano diverse aree del cervello, come lo striato ventrale, la corteccia prefrontale, l’amigdala e l’ipotalamo.
La gioia: un’emozione complessa
Dal lavoro di Paul Ekman, la gioia è generalmente considerata dagli psicologi una delle emozioni di base, definite universali e osservabili attraverso le espressioni facciali, accompagnate da manifestazioni fisiologiche e comportamentali distintive. Tuttavia, rimane complesso definire le sfaccettature psicologiche e le trame neurali che danno vita a questa sensazione. Gli scienziati, quando analizzano la gioia nel cervello, devono scomporre quest’emozione per comporla a livello neuroscientifico, analizzando i circuiti di gratificazione, motivazione e ricompensa. Ciò suggerisce che la gioia appare come un mosaico neurocognitivo piuttosto che una campitura uniforme.
Le sostanze chimiche alla base della gioia
La dopamina è spesso associata alla ricompensa e quindi anche alla sensazione di gioia. Essa spinge alla ricerca di stimoli gratificanti, guidando il comportamento verso azioni associate a intense scariche di piacere. La serotonina, noto per il suo ruolo nella regolazione dell’umore, è studiata per il suo legame con la depressione e con il miglioramento dell’umore. Uno studio dell’Università del Witwatersrand ha dimostrato che l’assunzione di triptofano, precursore della serotonina, ha migliorato l’umore in soggetti con alta irritabilità.
L’ossitocina, un neuropeptide essenziale per la formazione dei legami sociali e il comportamento materno, e le endorfine, che agiscono come analgesici naturali, sono altre sostanze importanti associate alla gioia, contribuendo al raggiungimento di sensazioni di piacere e euforia.
Le aree del cervello coinvolte nella gioia
I neurotrasmettitori agiscono su aree specifiche del cervello, come lo striato ventrale e la corteccia prefrontale, particolarmente coinvolte nei processi di gratificazione e ricompensa. Lo striato ventrale, parte delle regioni cerebrali più antiche, è collegato al nucleo accumbens, il quale utilizza la dopamina come principale neurotrasmettitore, e gioca un ruolo cruciale nell’esperienza del piacere. La corteccia prefrontale, invece, integra le informazioni riguardanti le ricompense con aspetti del contesto decisionale, influenzando la regolazione emotiva.
In aggiunta, l’amigdala, nota per il suo ruolo nelle emozioni negative, è stata studiata per la sua partecipazione anche nelle emozioni positive, suggerendo il suo importanza nelle interazioni sociali gratificanti. L’ipotalamo, infine, contribuisce alla gioia regolando funzionamenti fondamentali e rilasciando ossitocina.