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Crash Air India 171: le scatole nere in arrivo mentre le cause tecniche vengono investigate da esperti nascosti tra le pieghe burocratiche

Disastro aereo dell’Air India 171: un incubo nei cieli che nessuno si aspettava!

Ehi, amici, se pensavate che volare fosse sicuro al 100%, pensateci due volte: l’Air India 171 si è schiantata in un inferno di fiamme il 12 giugno 2025, mietendo 241 vite a bordo e altre 29 a terra. È il primo disastro fatale per un Boeing 787-8, e le cause? Ancora un gran mistero, con enti che si grattano la testa e chiedono: “Chi ha sbagliato?” Le scatole nere sono state recuperate in forma decente, e un report arriverà entro fine anno. Intanto, ricordate: gli aerei hanno un sacco di gadget per evitare casini, ma evidentemente non è bastato. #AirIndiaDisastro #BoeingFallisce #CieliPericolosi

L’incidente dell’Air India 171 è uno choc puro e semplice, il peggiore degli ultimi vent’anni: il 12 giugno 2025, un Boeing 787-8 Dreamliner decollato da Ahmedabad verso Londra è precipitato pochi minuti dopo, lasciando 241 morti su 242 passeggeri e 29 vittime a terra. È la prima volta che questo modello fa brutte figure fatali, e nessuno sa ancora il perché – forse un errore umano, forse un guasto, ma tutti si chiedono se qualcuno deve pagare per questo casino. Le scatole nere sono state recuperate in buone condizioni, e presto avremo un report per capire come evitare un’altra strage. Certo, gli aerei sono pieni di sistemi di sicurezza supposti infallibili, ma diamoci una sveglia: incidenti del genere ci ricordano che nemmeno nei cieli siamo al sicuro.

Una delle ipotesi più chiacchierate è l’errore con i flap, quegli aggeggi sulle ali che aiutano a decollare. I piloti devono fare una checklist prima del via, ma se la ignorano, l’EICAS (Engine Indicating and Crew Alerting System) urla avvisi come un matto. Se il primo avviso venisse ignorato e si procedesse al decollo, il Takeoff Config System eseguirebbe automaticamente un test e, rilevando nuovamente l’errata configurazione, manderebbe un nuovo input all’EICAS, che indicherebbe l’errore con un avviso in rosso accompagnato da un allarme sonoro. Insomma, non accorgersene è da idioti, ma se succede, l’aereo potrebbe stallare o fare una figuraccia epica. E nei video, si vede che il carrello non si ritrae – magari un pilota ha confuso le leve, anche se è improbabile dato che il sistema avvisa tutto.

Poi c’è l’ipotesi del dual engine failure, un doppio guasto ai motori che suona come una maledizione. Gli aerei hanno ridondanza ovunque, quindi se un motore va ko, l’altro dovrebbe reggere, ma due insieme? Magari un bird strike o carburante contaminato. Il FADEC (Full Authority Digital Engine Control) dovrebbe gestire il caos, monitorando tutto e segnalando via EICAS, ma a volte pure i computer sbagliano. E nei video, la RAT (Ram Air Turbine) è dispiegata, il che significa che l’energia era andata a farsi benedire – un sistema di emergenza che entra in gioco solo quando tutto va storto.

Non dimentichiamo sovraccarico o bilanciamento sbagliato: se l’aereo supera il MTOW (Maximum Take Off Weight) di 227.930 kg, è un disastro annunciato, con più fatica a decollare e rischi di stallo. I piloti controllano il centro di gravità, spostando passeggeri se serve, ma chissà se stavolta hanno fatto cilecca.

Alla fine, questo casino si spiega con lo Swiss cheese model, dove ogni falla nei sistemi di sicurezza si allinea come i buchi in una fetta di formaggio svizzero, permettendo al disastro di passare. L’aviazione promette di imparare, ma eventi come l’Air India 171 ci fanno pensare: quanto è davvero sicuro volare, o stiamo solo giocando alla roulette?

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