È ufficiale: l’aeroporto più ENORME del pianeta, il King Fahd International Airport in Arabia Saudita, fa sembrare gli altri mera robetta da quattro soldi! Con i suoi folli 776 km² – più grande del Bahrein intero – questo colosso ereditato da una vecchia base USA della Guerra del Golfo è pronto a inghiottire 25 milioni di passeggeri, grazie al piano “Saudi Vision 2030” che mira a trasformare il regno petrolifero in un paradiso del turismo e del commercio. Che spreco di spazio o genio del lusso? #AeroportoGigante #KingFahd #ArabiaSaudita #ViaggiVirali
Preparatevi a essere sbalorditi: situato a Dammam, in Arabia Saudita, il King Fahd International Airport (DMM) non è solo l’aeroporto più grande del mondo, con i suoi 776 chilometri quadrati che lo rendono più vasto di certi stati minuscoli, ma è anche un simbolo di eccessi reali inaugurato nell’ottobre 1999. Nominato in onore del quinto Re, Fahd bin Abdulaziz Al Saud, è l’hub principale per le compagnie aeree come Sama Airlines e Saudi Arabian Airlines, dove il lusso incontra lo spazio illimitato – perché chi ha bisogno di terra quando puoi pavoneggiarti con un aeroporto più grande di una nazione?
Ma ecco la bomba: nonostante questa follia di dimensioni, solo una frazione – circa 3.675 ettari (36,75 km²) – è usata per le operazioni vere e proprie, con il resto riservato a futuri sogni di espansione. E perché così enorme, vi chiederete? Beh, è nato da una base aerea USA durante la Guerra del Golfo, un retaggio militare che ora si trasforma in un piano ambizioso per diversificare l’economia saudita e dire addio al petrolio, senza troppi scrupoli per chi non ha i mezzi per volare in prima classe.
Passiamo ai numeri da capogiro: questo mostro ha due piste parallele, 16L/34R e 16R/34L, ognuna lunga 4.000 metri e larga 60 metri, abbastanza per far atterrare bestie come il Boeing 747 e l’Airbus A340 contemporaneamente, separate da 2.146 metri – perché nel regno, il traffico aereo non si ferma per nessuno. Il terminal principale si estende su 327.000 metri quadrati, con 11 ponti fissi, 15 gate e sei livelli: il terzo per gli arrivi, il quarto per gli imbarchi, il sesto per le partenze, e il resto per servizi che fanno invidia a un palazzo reale. Non dimentichiamo il terminal dedicato alla Saudi Aramco per i big del petrolio e il Royal Terminal di 16.400 metri quadrati, riservato alla famiglia reale e ai VIP – perché equalità? Nah, qui è tutto per i potenti. Attualmente, gestisce 10,9 milioni di passeggeri all’anno, ma con questa terra infinita, è pronto a triplicare fino a 25 milioni – rendendolo il re indiscusso del traffico aereo, o almeno così dicono.
E la costruzione? Un circo internazionale: l’americana Bechtel ha gestito il tutto dal 1970 al 1999 per 1,4 miliardi di dollari, su ordine del Ministero della Difesa e dell’Aviazione. Poi, l’olandese Netherlands Airport Consultants (NACO) ha pianificato l’espansione, la cipriota Joannou & Paraskevaides ha costruito, e la newyorkese LERA ha progettato le strutture. Insomma, il mondo intero ha aiutato a erigere questo tempio del viaggio, forse per lavarsi la coscienza dopo averlo usato come base militare – un bell’esempio di come il potere globale si mescoli con il lusso orientale senza troppe domande.
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