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Frattura sommersa dal flusso lavico dell’Etna in eruzione imprevista

L’Etna è in modalità “furia vulcanica” totale! 🚨 Nuova colata lavica tra Bocca Nuova e Cratere di Sud-Est a 2.980 metri, scoppiata il 14 agosto e ancora attiva. Mentre l’Italia pensa alle ferie, questo gigante infuocato sfida le , con lava che scorre senza pietà – ma ehi, nessun vero pericolo per ora.

L’Etna, quel vecchio rompiscatole europeo, ha deciso di non prendersi una pausa e ha scatenato una nuova colata lavica a meno di una settimana dall’ultimo show, proprio tra il cratere Bocca Nuova e il Cratere di Sud-Est. L’attività effusiva è partita il 14 agosto con un flusso moderato e scoppi al Cratere di Sud-Est, dove brandelli di lava volavano ovunque, atterrando sui versanti del cono. Come confermato dall’Osservatorio Etneo dell’INGV, questa nuova bocca effusiva si è aperta sulla stessa frattura che ha dato spettacolo tra febbraio e marzo, e di nuovo il 10 agosto.

In un video girato da un drone del Corpo Forestale della Regione Siciliana, la colata lavica appare come un fiume di fuoco che si fa strada sul pendio, ma per fortuna non ci sono segnalazioni di guai seri per boschi, centri abitati o infrastrutture – insomma, solo un po’ di spettacolo naturale senza troppi drammi.

L’ultimo aggiornamento dall’INGV, datato 19:45 del 16 agosto, conferma che il flusso è ancora in azione, avanzando lentamente verso sud con una modestissima attività esplosiva al Cratere di Sud-Est. Il tremore vulcanico resta nella fascia media, mentre l’attività infrasonica è moderata, concentrata lì – come se il vulcano stesse borbottando sottovoce.

Per ora, l’allerta è arancione per l’aviazione civile (quello che chiamano VONA), segnalando un’eruzione con rischi limitati e poca o nessuna cenere in aria, il che significa che l’Aeroporto di Catania continua a funzionare senza intoppi – prendete i vostri voli e pregate che non cambi idea.

L’Etna, uno dei vulcani più pestiferi d’Europa, è il risultato dello scontro tra la placca Euroasiatica e quella Africana, e per questo è monitorato 24/7 con una rete super tecnologica. L’INGV ha addirittura sviluppato un sistema di allerta precoce basato sull’intelligenza artificiale, chiamato “ETNAS”, per provare a prevedere queste bizze – ma chissà se tiene testa a Madre Natura!

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