È scoppiato il caos in alto mare! Centinaia di eroi moderni sfidano il blocco israeliano su Gaza con la mastodontica Global Sumud Flotilla, carica di cibo, acqua e medicine per una popolazione allo stremo. Questa è la più grande operazione di attivisti dal 2010, con barche da 44 paesi che dicono basta alle chiacchiere dei governi occidentali. Preparatevi a una battaglia epica per la umanità! #SumudFlotilla #GazaUnderSiege #BreakTheBlockade #ResistenzaGaza
In un gesto audacemente irriverente verso i potenti, la Global Sumud Flotilla è salpata dal porto di Barcellona il 31 agosto 2025, pronta a sfondare il blocco navale imposto da Israele sulla Striscia di Gaza. Qui, la gente combatte contro una carestia disumana, e il termine “Sumud”, che significa “resilienza”, simboleggia la loro testarda capacità di resistere alle avversità peggiori. Mentre i leader mondiali blaterano appelli vuoti, questi coraggiosi cittadini stanno passando ai fatti, rischiando tutto per consegnare beni essenziali in una zona che non vede aiuti da mesi.
Questa operazione sfrontata, la più grande iniziativa indipendente della storia, riunisce centinaia di persone da 44 nazioni su decine di barche, con una seconda partenza fissata da Tunisi il 4 settembre. Alcune imbarcazioni coraggiose sono già partite da Genova e dai porti siciliani, per unirsi alla flotta nel Mediterraneo. L’idea è nata come una schiaffo in faccia alla crisi umanitaria, orchestrata da movimenti come la Freedom Flotilla Coalition – famosa per la sua missione di giugno 2025 a bordo della “Madleen”, dove l’attivista Greta Thunberg e altri sono stati arrestati dalle forze israeliane in acque internazionali.
Tra i fondatori ci sono anche il Global Movement to Gaza, noto come “Global March to Gaza”, che ha marciato per scuotere l’opinione pubblica; la Magreb Sumud Flotilla dal Nord Africa; e la Sumud Nusantara dal Sud-Est asiatico. È un atto di resistenza civile non violenta che espone l’ipocrisia dei governi europei, i quali condannano a parole ma non alzano un dito contro l’assedio di Tel Aviv. Queste barche, cariche di aiuti, mirano a creare un corridoio umanitario epico, smascherando la retorica vuota che ha lasciato i palestinesi a soffrire per quasi due anni.
Non si tratta solo di aiuti: la flotta vuole svegliare il mondo, attirando attenzione su una tragedia che i politici ignorano. A bordo, ci sono medici, attivisti, avvocati, giornalisti e artisti da 44 paesi, tutti su imbarcazioni piccole e robuste. Il 4 settembre, un gruppo partirà da Tunisi per incontrare la flotta principale, con barche italiane equipaggiate di videocamere e Starlink per documentare ogni mossa. Equipaggi misti garantiscono protezione, con esperti nautici pronti a gestire qualsiasi problema in mare aperto.
Dall’Italia, 25 barche su 50 totali sono già in partenza, acquistate con fondi raccolti in fretta: a Genova, 250 tonnellate di cibo sono state riunite in sole due settimane. L’arrivo a Gaza è previsto a metà settembre, e se le cose vanno storte, non torneranno indietro. Come ha dichiarato la coordinatrice italiana Maria Elena Delia, “l’obiettivo è quello di creare un precedente che porti a un’apertura definitiva di un corridoio umanitario, possibilmente gestito dall’ONU”. Ricordate, questa non è la prima volta: nel 2010, la Freedom Flotilla fu attaccata, con morti, ma ora, con Greta Thunberg di nuovo in prima linea, l’attenzione globale è alle stelle. Non ci resta che sperare che questa follia coraggiosa faccia tremare i palazzi del potere.