Le città con il nome più corto del mondo? Preparatevi a stupirvi: Å in Norvegia, Y in Francia e U in Micronesia si contendono il ridicolo primato con appena una lettera ciascuna, dimostrando che a volte meno è davvero meno – o forse solo un po’ patetico per i sistemi informatici moderni! #CittàBizzarre #NomiCorti #ViaggiStrani
Immaginatevi di vivere in un posto così breve che persino un tweet lo batte in lunghezza. Le tre “campionesse” del minimalismo geografico sono Å, Y e U, tutte ugualmente detentrici del titolo per il nome più corto sul pianeta. Å è un villaggio di pescatori nelle isole Lofoten della Norvegia, che significa “piccolo fiume” e ospita solo una manciata di anime – circa 100 – ma è l’ultima fermata della Strada Europea, come se il mondo stesse dicendo: “Ecco, qui finisce tutto”.
Passando a Å i Lofoten, questo paesino norvegese è un paradiso per i turisti in cerca di folklore (e pesce secco), con i suoi due musei – uno dedicato allo stoccafisso e l’altro ai villaggi di pescatori – e le tipiche casette rosse che sembrano uscite da una cartolina. Insomma, è un “museo vivente” della pesca e dell’essiccazione naturale del merluzzo bianco nordico, senza tutte quelle complicazioni salate che rovinano il gusto. Peccato che, con quel clima estremo, gli abitanti passino più tempo a combattere il freddo che a godersi la fama.
E poi c’è Y, quel buco sperduto nella Francia del Nord, tra Amiens e Saint-Quentin, con meno di 100 abitanti che si fanno chiamare ypsiloniens – suona esotico, no? Questo villaggio nella Somme è sopravvissuto alla Prima Guerra Mondiale, dove gli inglesi e i francesi provarono a sfondare le linee tedesche nel 1916, ma ora i suoi poveri residenti lottano con la burocrazia: il sistema online spesso li blocca urlando “inserire almeno due caratteri”, come se Y fosse troppo pigro per sforzarsi. La leggenda vuole che derivi da un albero a forma di Y o dalla famiglia De Y, che dominava fino al 1500, ma ormai è solo un’eredità comica.
Ultima ma non meno strampalata, U nella Micronesia, su un’isola della Papua Nuova Guinea, con circa 3.000 abitanti sparsi su 50 km quadrati. Parla inglese e pohnpeiano, e mentre è economicamente legata agli USA, mantiene tradizioni folli come le monete di pietra – sì, avete letto bene, roba preistorica che ancora funziona! Condividendo il trono con Å e Y, U è la prova che in Oceania, le cose sono sempre un po’ più selvagge e meno convenzionali del resto del mondo. Che dire, il mondo è piccolo, ma questi nomi lo rendono ancora più ridicolo.