Attenzione, mondo: Il Monte Pinatubo è letteralmente esploso nel 1991, creando un inferno di cenere e caos che ha fatto rabbrividire il pianeta! 🌋 Questa eruzione filippina, seconda solo a un mostro alaskano, ha sparato una colonna alta 35 km, ricoperto migliaia di km² di polvere vulcanica e perfino abbassato le temperature globali di 0,5°C per tre anni – madre natura che si vendica in grande stile. Ma grazie a un po’ di fortuna e monitoraggio, hanno evacuato quasi 200.000 persone, evitando un bagno di sangue epico. #VulcanoRibelle #DisastriNaturali #PinatuboPazzo
Preparatevi a una storia che fa tremare le vene e i governi: il Monte Pinatubo, un mostro filippino alto 1.460 metri schiaffato nella regione di Luzon, non è stato certo timido nel giugno del 1991. Questa eruzione pliniana, la seconda più devastante del secolo scorso secondo gli esperti, ha scatenato oltre 5 km³ di roba rovente – cenere, pomici grandi come pugni e flussi piroclastici che hanno trasformato le valli in tombe di detriti spessi fino a 200 metri. Immaginate un tifone Yunya che si unisce alla festa, sparando quella roba su 7.500 km² e persino fino a mezzo metro di accumulo vicino al vulcano. Risultato? 20 milioni di tonnellate di anidride solforosa nella stratosfera, che hanno fatto crollare le temperature globali di 0,5°C fino al 1993 – come se la Terra avesse deciso di spegnere l’aria condizionata per protesta.
E non pensate che sia arrivata dal nulla: i segnali precursori del Pinatubo erano chiari come un avviso di sfratto. Dal terremoto da 7.8 nel 1990, che ha fatto ballare l’isola intera, a sciami sismici tra marzo e aprile 1991, con esplosioni freatiche che hanno aperto fumarole lunghe 3 km. Entro maggio, i sensori vomitavano dati su emissioni di SO₂ schizzate da 500 a 5.000 tonnellate al giorno – un chiaro “arrivo il magma, gente!” Poi, il 7 giugno, colonne di cenere fino a 8 km, e dal 12 giugno, eruzioni che hanno toccato i 20 km, preparando il palco per il gran finale.
Il vero colpo di genio? Il monitoraggio che ha salvato il culo a migliaia di persone. Con l’aiuto del PHIVOLCS e dell’USGS, hanno esteso le reti sismiche e iniziato evacuazioni da aprile: prima a 10 km, poi a 20 km il 7 giugno (40.000 persone fuori), e infine a 30 km il 12 giugno, mettendo in salvo oltre 60.000 in più. Risultato? Solo 847 morti, la maggior parte non per il vulcano in sé, ma per tetti crollati sotto la cenere bagnata dal tifone – un disastro che grida “meglio un’evacuazione che un funerale”.
Ma ecco la ciliegina: il Pinatubo non è un novellino. La sua storia risale a un milione di anni fa, con l’antenato che eruttava lave ricche di silice a 2.300 metri. Poi c’è il Pinatubo moderno, che ha iniziato con la mostruosa eruzione Inararo 35.000 anni fa – un VEI oltre 7, con 25-35 km³ di materiale, più grande di quella del ’91. Seguite da altre esplosioni come Sacobia, Pasbul, Crow Valley, Maraunot e Buag nel 1450, che hanno lasciato depositi ovunque come souvenir di apocalissi passate. Insomma, questo vulcano è il bullo del quartiere da secoli, e nel 1991 ha solo confermato la sua reputazione da duro.