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Gli aspetti tecnologici, economici e geopolitici del nuovo chatbot AI cinese analizzati.

La Cina ha recentemente presentato al pubblico il suo chatbot di intelligenza artificiale, DeepSeek, progettato per competere con il noto ChatGPT di OpenAI. Questo sviluppo ha generato un notevole scalpore, influenzando il mercato tecnologico globale, con una significativa caduta dei titoli delle aziende big tech statunitensi. DeepSeek è stato oggetto di critiche per presunti furti di proprietà intellettuale da ChatGPT e per la sua incapacità di rispondere a domande relative alla Cina, oltre ad essere già stato bloccato in Italia dal Garante della Privacy.

Analizziamo gli aspetti tecnologici, economici e geopolitici legati a DeepSeek.

DeepSeek-R1: un nuovo standard per il ragionamento artificiale

DeepSeek, ufficialmente conosciuto come DeepSeek-R1, è un chatbot di intelligenza artificiale cinese che ha raggiunto performance comparabili a quelle di ChatGPT. Entrambi i modelli utilizzano la metodologia della “Chain of Thought”, ossia suddividono le domande in sotto-problemi da risolvere prima di fornire una risposta. Un aspetto interessante è il costo di sviluppo: DeepSeek ha richiesto un investimento significativamente inferiore, con impatti notevoli a livello globale.

Costi di sviluppo e innovazione tecnologica

Per addestrare ChatGPT è stato stimato un utilizzo di circa 30.000 GPU, mentre per DeepSeek-R1 ne sono servite poco più di 2.000, segnalando un abbattimento dei costi drastico. La società cinese High-Flyer ha riferito di aver speso tra i 5 e i 6 milioni di dollari per il progetto, a fronte di circa 100 milioni per ChatGPT. La chiave di questo successo risiede in un nuovo modello matematico sviluppato dai ricercatori, che ha ridotto significativamente la potenza computazionale necessaria.

Implicazioni economiche e geopolitiche

Il successo di DeepSeek ha avuto un impatto diretto sull’economia degli Stati Uniti, con Nvidia che ha visto il valore delle sue azioni scendere di 600 miliardi in borsa a causa della diminuzione della domanda per le sue GPU. Inoltre, DeepSeek offre servizi gratuitamente, mentre ChatGPT ha recentemente reso disponibile la sua versione a pagamento senza costi. L’aspetto open source di DeepSeek ha ulteriormente amplificato l’interesse, incentivando lo sviluppo di nuovi chatbot affinché possano essere realizzati modelli simili.

Tuttavia, emergono anche problematiche legate alla privacy e all’affidabilità delle informazioni. DeepSeek è stata bloccata in Italia per questioni di protezione dei dati, in quanto le informazioni inserite nel chatbot vengono archiviate su server cinesi, contrastando così le normative locali. Inoltre, il chatbot presenta limitazioni nel rispondere a domande sensibili riguardanti questioni politiche cinesi.

Resta da vedere come si evolverà la situazione di DeepSeek e quali sviluppi ulteriori potrebbero avere luogo nel panorama globale dell’intelligenza artificiale e della tecnologia.

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