Secondo vari studi, gli smartphone, dispositivi sempre a contatto con la nostra pelle, sono tra gli oggetti più contaminati che utilizziamo quotidianamente. La ricerca suggerisce che possano risultare addirittura più sporchi della tavoletta del water, anche se non esistono studi diretti di comparazione. Gli schermi dei telefoni possono ospitare batteri come Staphylococcus ed Escherichia coli, oltre a muffe e funghi, che, sebbene possano essere innocui, in alcune circostanze potrebbero causare malattie. Negli ospedali, inoltre, gli smartphone possono diffondere batteri farmaco-resistenti, rappresentando un rischio per i pazienti ricoverati e vulnerabili. Spesso, i microrganismi trovati sui telefonini provengono dal loro utilizzo in vari ambienti, inclusi i bagni, con il conseguente potenziale di contaminazione alimentare. È raccomandato eseguire una disinfezione regolare dei dispositivi per prevenire la proliferazione di microrganismi.
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Quanto sono sporchi gli smartphone
Numerosi studi hanno evidenziato che i telefoni cellulari sono tra i più contaminati strumenti quotidiani, fungendo da contenitori di batteri, virus e funghi. La contaminazione media a livello globale è stimata attorno al 68%, considerando solo i batteri. Questi dispositivi sono considerati veicoli per la trasmissione di microrganismi dalle mani al viso e alle orecchie, incrementando il rischio di malattie e infezioni. Attualmente non ci sono linee guida specifiche per la disinfezione degli smartphone, nemmeno in contesti ospedalieri. Alcuni produttori di smartphone hanno recentemente iniziato a pubblicare raccomandazioni per la pulizia dei dispositivi. È importante notare che i telefoni utilizzati da professionisti sanitari possono diventare vettori di batteri resistenti ai farmaci, causando potenzialmente infezioni a carico di pazienti già compromessi. Perciò, è essenziale implementare strategie efficaci di disinfezione per prevenire la trasmissione di agenti patogeni.
È fondamentale mantenere buone pratiche igieniche, come lavarsi le mani frequentemente e disinfettare regolarmente gli smartphone, evitando di portarli in bagno per limitare il rischio di contaminazione.
Quali sono i batteri che si trovano sugli smartphone
Diverse specie batteriche sono state identificate sugli smartphone, sia in ambito ospedaliero che nella comunità. Tuttavia, il numero di specie rilevate è limitato, in parte perché molti microrganismi potrebbero essere presenti ma non testati. I batteri più comunemente trovati includono i Stafilococchi coagulasi negativi e Staphylococcus aureus. Altri batteri identificati includono Escherichia coli, Klebsiella pneumoniae e Pseudomonas aeruginosa.
Escherichia coli è tipicamente presente nell’intestino umano e può causare problematiche come gastroenteriti e infezioni urinarie. Questa contaminazione è spesso legata all’uso dei telefoni in bagno e al loro utilizzo successivo durante i pasti. Gli Stafilococchi, sebbene generalmente innocui, possono diventare patogeni aggressivi in particolari condizioni, causando malattie gravi, incluse polmoniti.
La Klebsiella è comune nella flora intestinale umana e, in determinate circostanze, può causare infezioni delle vie urinarie, polmoniti e altre gravi condizioni nei pazienti debilitati. Pseudomonas è associato a infezioni nosocomiali e può scatenare polmoniti, endocarditi e problemi gastrointestinali. Oltre ai batteri, sono state trovate muffe e funghi, incluso Candida, che possono provocare infezioni cutanee e delle vie urinarie.
Cosa è più sporco di uno smartphone?
Oltre agli smartphone, ci sono diversi altri oggetti domestici che risultano estremamente contaminati, come taglieri, interruttori della luce e spugne per lavare i piatti. Tuttavia, le banconote sono tra gli elementi considerati più sporchi, simili agli smartphone. Uno studio ha evidenziato il grado di contaminazione delle banconote, che risultano frequentemente scambiate e quindi veicolo di numerosi batteri. Durante la pandemia da Covid-19, è stato consigliato di preferire i pagamenti elettronici proprio per ridurre il rischio di utilizzo di denaro contante, considerato un ambito a rischio di contaminazione.