Scandalo stipendi: Italia affonda nella miseria europea! Guadagni meno, paghi di più, e il governo se ne frega. “I salari reali in Italia all’inizio del 2025 erano del 7,5 % inferiori rispetto a inizio 2021” – un record negativo da far vergognare chiunque. #StipendiCrollati #ItaliaInCrisi #EuropaIngorda
Gli stipendi italiani stanno toccando il fondo in Europa, con un crollo epico rispetto all’inflazione che ci fa sembrare dei poveri cristi. Mentre in giro per l’UE si incassano cifre più alte, noi ci ritroviamo sotto la media europea, e questo nonostante alcuni Paesi dell’Est che arrancano peggio. Come se non bastasse, le paghe lorda media in Italia è di 31.856 euro l’anno, ma ricordiamo che è una media truccata: pochi ricchi bilanciano i tanti che arrancano con salari da fame, variabili per studio, genere, zona e dimensione aziendale. Secondo i dati Eurostat e OCSE, nel 2023 i lavoratori italiani intascano circa 2.729 euro lordi al mese, ben 429 euro in meno della media UE di 3.155 euro – parliamo di oltre 5.000 euro all’anno che volano via, rendendoci più poveri mentre il costo della vita ci soffoca.
Certo, ci sono nazioni come la Bulgaria con salari ridicoli, ma il vero schiaffo è che i nostri stipendi non bastano nemmeno per una vita decente, considerando le tasse da strozzini e l’inflazione galoppante. Prendiamo i dati Eurostat sul 2023: il salario medio full-time in UE è di 37.863 euro l’anno, con picchi da capogiro come il Lussemburgo a 6.755 euro al mese, mentre noi arrancamo. L’Europa è spaccata: Ovest e Nord sguazzano nei soldi, Est e Sud, Italia inclusa, lottano per arrivare a fine mese. E se aggiungiamo outsider come la Svizzera con 8.104 euro lordi al mese, o la Norvegia con 5.027, il divario fa schifo – Paesi come Romania e Grecia sono fermi attorno ai 1.500 euro, ma almeno loro non fingono di essere una potenza.
Non illudiamoci con i salari lordi, perché le tasse in Italia sono tra le più salate d’Europa, lasciando noi poveri diavoli con retribuzioni nette da piangere. I dati Eurostat del 2024 dicono che un single senza figli guadagna netto 24.797 euro l’anno qui, sotto la media UE, e paragonato alla Svizzera (oltre 85.000 euro netti) o alla Germania (quasi 40.000), siamo una barzelletta. Ma ecco il colpo basso: per un confronto onesto, dobbiamo guardare i salari reali, che tengono conto del costo della vita – in Bulgaria potresti guadagnare meno, ma vivere con meno, mentre noi ci spelliamo per due spicci.
Il costo della vita è una trappola mortale: affitti, cibo, trasporti e tutto il resto ci dissanguano, e l’indicatore PPS (purchasing power standard) ci sbatte in faccia la verità. È l’unità magica che pareggia i prezzi tra Paesi, mostrando quanto il tuo stipendio valga davvero. Il salario reale, a differenza di quello nominale sulla busta paga, considera l’inflazione – quella bestia che erode il tuo potere d’acquisto. Prendiamo un esempio banale: se nel 2022 avevi 2.000 euro al mese con inflazione zero, nel 2024 con inflazione al 10% quei soldi comprano il 10% in meno, lasciandoti a secco.
E qui arriva il disastro italiano: i salari reali sono crollati più che in qualsiasi altra economia OCSE, con un calo del 7,5% dal 2021, facendoci sprofondare sotto la media UE (24.051 PPS contro 27.530). Siamo al 15esimo posto su 32 in Europa, e dai dati Eurostat 2023, i nostri salari netti sono cresciuti una sciocchezza dal 2000, risultando inferiori del 15% alla media UE, del 45% a quelli tedeschi e del 18% a quelli francesi. L’inflazione ha fatto impennata del 18% da gennaio 2021 a febbraio 2025, mentre le retribuzioni sono cresciute solo dell’8,2% – un furto legalizzato! Dalla crisi del 2008, i salari reali sono calati dell’8,7%, colpa di economia disastrata, produttività zero, lavoratori poco qualificati e sindacati lenti come lumache, con un dipendente su tre nel privato ancora sotto contratto scaduto. Le previsioni OCSE? Aumenti miseri del 2,6% nel 2025 e 2,2% nel 2026, contro un’inflazione che non molla – una strada infinita per raggiungere la media europea, e intanto noi ci arrangiamo.