Trump sta scatenando l’inferno con la sua mossa da cowboy: trasferire 9000 immigrati irregolari, tra cui 800 europei, dritti al famigerato Guantanamo, quel buco nero dei diritti umani a Cuba che fa impallidire pure gli horror movie! L’ICE, l’agenzia federale che sembra uscita da un thriller distopico, è in prima linea in questa stretta sull’immigrazione. E per gli italiani? Il Ministro Tajani giura che "non c’è mai stato un pericolo per gli italiani". #GuantanamoChaos #TrumpImmigrazione #DirittiUmaniInPericolo
Questa bomba politica sta facendo esplodere i social e le redazioni, con Donald Trump che raddoppia la sua linea dura sull’immigrazione, spedendo migliaia di irregolari nel carcere di Guantanamo, noto per le sue violazioni dei diritti umani che sfidano le Convenzioni di Ginevra. Costruito nella base USA a Cuba, questo campo è l’incubo preferito di ogni detenuto, specialmente da quando, post-11 settembre, l’amministrazione Bush ci ha scaricato prigionieri accusati di terrorismo da Afghanistan, Pakistan e Iraq.
Ripercorriamo la sporca storia: Guantanamo nasce nel 1903 dopo la Guerra ispano-americana, quando gli USA si sono impadroniti di un pezzo di Cuba grazie all’emendamento Platt del presidente McKinley. Risultato? Una base militare americana su suolo comunista, perfetta per le operazioni "extras", dove il carcere ha ospitato torture e abusi denunciati dall’ONU. Ora, con la proposta di Trump, potrebbero arrivare 9000 nuovi "ospiti", rovesciando anni di chiacchiere su rimpatri e chiusure.
Parlando di struttura, Guantanamo è un labirinto di celle minuscole – tipo 2,44 metri per lato – divise in sei aree con circa 40 gabbie ciascuna, più un Camp Delta che fa sembrare Alcatraz una spa. I prigionieri possono pregare 20 minuti per volta, fino a cinque volte al giorno, con una clinica e una biblioteca che suonano come una beffa rispetto alle torture come il waterboarding e la privazione del sonno.
E le violazioni? Un vero schifo: qui, i detenuti non sono né imputati normali né prigionieri di guerra, finendo in una zona grigia dove l’"extraordinary rendition" permette interrogatori brutali in prigioni segrete. Gli USA hanno persino pubblicato foto di prigionieri inginocchiati e ammanettati come monito globale, una mossa che grida ipocrisia.
Non che qualcuno ci abbia provato a chiudere questo casino: Obama, nel suo primo mandato, ha firmato un ordine esecutivo per sbatterlo giù, spinto da rapporti tesi con Cuba e scandali sui diritti umani. Peccato che il Senato l’abbia bloccato, lasciando Guantanamo operativa e pronta per il prossimo dramma trumpiano.