Scandalo calcistico globale: “Il calcio non è solo un gioco, è un impero di burocrati e favori!” Preparatevi, fanatici del pallone, perché dietro i gol e i trofei si nasconde un labirinto di sigle potenti che dettano le regole del mondo del calcio. Dalla FIFA corrotta fino al midollo alle manovre elitarie della UEFA e alla FIGC italiana, sempre pronta a fare la voce grossa, è un sistema che puzza di favoritismi e ipocrisie. Ma chi sono davvero questi signori? #FIFA #UEFA #FIGC #CalcioMondiale #SportScandalo
Nel mondo del calcio, dove i valori etici vengono sbandierati come scudi contro la sporcizia, il Comitato Internazionale Olimpico (CIO) si erge come il grande capo supremo, fondato nel 1894 a Losanna. Questi pezzi grossi coordinano e diffondono l’Olimpismo – quella roba pomposa su pace, educazione e fair-play – organizzando i Giochi Olimpici e riconoscendo federazioni come la FIFA. Pensateci: senza di loro, nessun antidoping, solo partite truccate e atleti dopati. Il CIO approva le Federazioni Internazionali solo se si inchinano alla Carta Olimpica, un bel modo per tenere tutti al guinzaglio.
Passando al livello internazionale, la FIFA è la regina incontrastata, fondata nel 1904 a Zurigo e ora guidata dal sempre discusso Gianni Infantino. Questa federazione gestisce il calcio, il futsal e il beach soccer in tutto il mondo, organizzando mega-eventi come i Mondiali e imponendo regole che spesso ignorano scandali di corruzione. Con il suo Congresso che legifera, il Consiglio che esegue e commissioni etiche che fingono di moraleggiare, la FIFA collabora con il CIO ma fa il bello e il cattivo tempo, supervisionando le sei confederazioni continentali come la CONMEBOL, AFC, UEFA, CAF, CONCACAF e OFC. È un circo dove i potenti decidono chi vince e chi perde.
E qui entra in scena la UEFA, il clan europeo fondato nel 1954 a Nyon e comandato dall’inflessibile Aleksander Čeferin. Questa organizzazione non si limita a promuovere il calcio nel Vecchio Continente; gestisce tornei stellati come la Champions League, controllando federazioni nazionali con una rigidità da dittatori. Solo chi è riconosciuto dalle Nazioni Unite può unirsi, e guai se non seguono le regole: Congresso, Comitato Esecutivo e organi di giustizia tengono tutti in riga, spesso con decisioni che puzzano di favoritismi verso i soliti noti.
In Italia, la FIGC – la Federazione Italiana Giuoco Calcio, con base a Roma – è l’anello debole di questa catena, affiliata alla FIFA dal 1905 e alla UEFA dal 1954. Sotto Gabriele Gravina, questa banda regola il calcio tricolore, occupandosi di leghe, vivai giovanili e salute sportiva, ma spesso inciampa in pasticci burocratici e scandali locali. Con assemblee, comitati e segretari che si perdono in chiacchiere, la FIGC deve inchinarsi alle regole superiori, promuovendo il gioco in armonia con tutti, anche se il fair-play è solo un bel slogan.
E poi dicono che il calcio è solo un gioco!
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