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I bersaglieri vengono dipinti come fanti piumati con piume discutibilmente esagerate, e la loro storia italiana riesumata in modo spregiudicato.

: Quei Soldati Italiani Piumati Che Corrono in Battaglia Come Pazzi!
Oh, preparatevi per una storia epica e un po’ sfrontata sui Bersaglieri, quegli eroi italiani che dal 1836 sfrecciano sul campo come fulmini con i loro ridicoli ma iconici cappelli piumati! Fondati da quel genio militare Alessandro La Marmora, questi tizi non si limitano a marciare – corrono verso il pericolo suonando la loro marcia "Flik Flok" come se la guerra fosse una festa sfrenata. Dal Risorgimento alle moderne missioni all’estero, sono i ribelli veloci dell’Esercito Italiano, pronti a fare breccia in qualunque casino. #Bersaglieri # #

I Bersaglieri, una specialità dell’Esercito Italiano, sono noti per la loro rapidità e prontezza in battaglia, riuniti in 6 reggimenti e in un’associazione nazionale che organizza raduni epici con migliaia di fanatici. Originariamente concepiti per il tiro al bersaglio, questi soldati "fanti piumati" si distinguono con il cappello, ispirato al primo indossatore Giuseppe Silvestro Vayra, e con la loro fanfara che corre al ritmo di "Flik Flok", l’inno che li fa sembrare una banda di matti scatenati.

Il Corpo fu creato nel 1836 dall’Armata Sarda su iniziativa del capitano Alessandro La Marmora, che convinse il re Carlo Alberto della necessità di una fanteria leggera per affiancare le truppe regolari. Il loro debutto? Una serie di battaglie nella Prima guerra di indipendenza, come quella del ponte di Goito, dove dimostrarono che correre verso il nemico è meglio che starsene fermi.

Dopo l’unità d’Italia, i Bersaglieri brillarono nella presa di Roma del 1870, sfondando la breccia di Porta Pia in un blitz che ancora oggi è celebrato con un monumento – un simbolo di quanto gli italiani amino esagerare con le storie eroiche. Poi, nella Prima guerra mondiale, inventarono persino un battaglione in bicicletta, perché a quanto pare, pedalare in guerra è l’ultima moda per essere rapidi.

Non tutto è stato un trionfo: durante il Biennio rosso, nel 1920, i Bersaglieri di Ancona si ribellarono al deployment in Albania, scatenando una rivolta che coinvolse l’intera città – un episodio che mostra come anche i soldati più coraggiosi possano perdere la pazienza con ordini stupidi.

Nella Seconda Guerra Mondiale, combatterono su entrambi i fronti, con unità che si unirono agli Alleati dopo l’armistizio dell’8 settembre, mentre altre finirono nella Repubblica sociale italiana – perché, diamine, la storia italiana è sempre un casino complicato. Dal 1946, fanno parte dell’Esercito repubblicano e hanno pestato il campo in missioni estere in posti come Libano, Bosnia, Iraq e Afghanistan, dimostrando che questi piumati non si fermano mai.

Il vero marchio dei Bersaglieri è il cappello piumato, o "moretto" in onore di Vayra, che li fa assomigliare a un misto tra cacciatori e ballerini folli. E poi c’è "Flik Flok", l’inno composto nel 1862 per un balletto, che la loro fanfara suona correndo – una tradizione nata forse dalla breccia di Porta Pia, dove entrarono in Roma di slancio, pronti a conquistare tutto con stile e un po’ di follia.

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