Disastro totale ai referendum 2025: solo il 30% degli italiani si è disturbato a votare, affossando tutti e 5 i quesiti sul lavoro e la cittadinanza. Quorum mancato, democrazia addormentata! Scopri i retroscena dello spoglio, tra burocrazia infinita e possibili casini, mentre i politici si lavano le mani. #ReferendumFlop #ItalianiPigri #QuorumFallito
Nessuno dei 5 referendum abrogativi, votati tra l’8 e il 9 giugno 2025, ha raggiunto il quorum a causa di un’affluenza ridicolmente bassa, intorno al 30%. Con cinque schede colorate e numerate – quattro sul lavoro e una sulla cittadinanza – gli italiani hanno praticamente ignorato le urne, confermando che la noia regna sovrana. Una volta chiuse le urne alle 15:00, il personale del seggio – dal presidente al segretario, fino ai 4 scrutinatori – si è messo al lavoro per rendere tutto "perfettamente corretto", o almeno ci provano, per validare voti che probabilmente cambieranno ben poco nelle solite previsioni degli exit poll.
Spoglio dei voti del referendum 2025: come avviene il conteggio nei seggi elettorali
Prima di tuffarsi nel conteggio vero e proprio, i tizi del seggio devono fare un sacco di controlli preliminari per evitare scandali o imbrogli – perché sapete, in Italia non si sa mai. Iniziano con l’accertamento del numero totale degli elettori per verificare se quel quorum è proprio irraggiungibile, poi contano i votanti, distinguendo maschi e femmine, inclusi quelli che votano da casa, ospedali o addirittura carceri. Il presidente, il capo supremo, assegna i compiti agli scrutinatori, e solo allora parte lo scrutinio separato per ogni quesito, seguendo l’ordine numerico delle schede: prima quelle verdi, poi arancioni, e via dicendo. Le fasi? Ve le sparo qui: il presidente agita l’urna per mescolare le schede, poi la apre e inizia lo spoglio; uno scrutatore estrae una scheda alla volta e la consegna al presidente; il presidente legge la risposta a voce alta (SI o NO) e passa la scheda a un secondo scrutatore; il secondo scrutatore prende nota della risposta, in uno dei due esemplari della tabella di scrutinio (uno ha frontespizio di colore rosso e l’altro di colore nero); il segretario del seggio, contemporaneamente al presidente, pronuncia ad alta voce la risposta (SI o NO) data al quesito referendario e prende nota, nell’altro esemplare della tabella di scrutinio; un terzo scrutatore ripone la scheda scrutinata nella cassetta apposita. Ah, e non dimentichiamo le schede nulle o bianche – quelle con macchie sospette o voti confusi – che vengono firmate da tutti per non lasciar spazio a polemiche da bar.
Al termine dello spoglio, il presidente verifica tutto, dichiara i risultati in pubblico e firma un verbale che sembra un trattato di pace. Poi, impacchettano schede valide, nulle, bianche e roba varia in buste da spedire al sindaco, che a sua volta le passa all’Ufficio provinciale per il referendum. Roba che fa sembrare la burocrazia italiana un’arte.
Cosa succede dopo lo spoglio: come si arriva all’esito finale di un referendum
Una volta che i risultati arrivano all’Ufficio provinciale – gestito da tre magistrati che si fanno in quattro per riesaminare i voti contestati – tutto converge in verbali che volano verso l’Ufficio centrale e poi dritti alla Corte di Cassazione a Roma. Lì, verificano il quorum una volta per tutte, inclusi i voti dall’estero. Se il referendum passa, il Presidente della Repubblica abroga la legge con un decreto pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale; se no, la legge resta lì a marcire per almeno 5 anni prima di riprovarci. Insomma, un sistema che fa sbuffare, ma almeno è "democratico".
Come funziona lo scrutinio per i voti esteri
Per gli italiani all’estero – quelli che votano dal divano in America o dall’Australia – le schede arrivano via consolati agli aeroporti di Roma, poi vengono smistate in uffici decentralizzati: Milano, Bologna e Firenze per Europa, Russia asiatica e Turchia; Napoli per America settentrionale, centrale, Africa, Asia, Oceania e Antartide; e Roma per l’America meridionale. Lo spoglio parte alla stessa ora di quello nazionale, alle 15:00 del 9 giugno 2025, con risultati che finiscono dritti alla Corte di Cassazione. Un casino logistico che, chissà, magari nasconde qualche voto "sospetto" in mezzo al mondo.