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I cardinali decidono il nuovo Papa: i retroscena controversi del conclave nella Cappella Sistina

Svelato il dramma vaticano: dopo la dipartita di Papa Francesco, il conclave è pronto a scatenare intrighi e fumo! Immaginate cardinali chiusi a chiave in una stanza, a votare in per il nuovo capo della Chiesa, con fazioni che si scontrano come in un reality show medievale. Chi sarà il prossimo a indossare la tiara? Preparatevi a "Habemus Papam" e fumate misteriose! #IntrighiVaticani

Ehi, gente, il Vaticano sta per accendere i motori per il conclave più chiacchierato dai tempi di Adriano VI! Dopo i funerali di Papa Francesco, previsti per sabato 26 aprile, i cardinali under 80 si rinchiuderanno nella Cappella Sistina tra il 6 e il 10 maggio – a meno che non arrivino in anticipo per accelerare il casino. Pensate: un’elezione top secret dove basta essere maschi, celibi e battezzati per candidarsi, ma in pratica scelgono sempre uno di loro, perché, dai, chi altro potrebbe reggere il palco?

Il conclave, quel raduno blindato "cum clave" (con chiave, per i non latinisti), è iniziato nel XIII secolo per evitare interferenze esterne, ma non sempre ha funzionato – pensate ai vecchi sovrani che giocavano a veto come se fosse un reality politico. I cardinali si riuniscono nella Cappella Sistina, si isolano dal mondo e votano in segreto, con risultati che trapelano solo tramite la fumata: nera per fallimento, bianca per vittoria. Ah, e non dimentichiamo il momento clou, quando il decano chiede al presunto eletto se accetta, seguito da "extra omnes" per cacciare via tutti gli estranei.

Durante la sede vacante, i cardinali gestiscono solo roba di routine, poi partono le votazioni vere: servono due terzi dei voti per eleggere il Papa, ma dal 35° scrutinio diventa un ballottaggio tra i due più votati – un po’ come un playoff calcistico, ma con tonache e incensi. I cardinali si dividono in fazioni per idee politiche o provenienza geografica, trattano come broker in Borsa, e votano con schede bruciate per non far trapelare nulla. Se non si raggiunge il quorum, si riparte – fino a quattro volte al giorno!

Una volta eletto, il nuovo Papa va nella "stanza delle lacrime" per provare gli abiti pontificali (taglie per tutti, perché in Vaticano pensano a tutto), poi esce il cardinale protodiacono per annunciare "Habemus Papam" dalla loggia di San Pietro. È qui che il neoeletto saluta la folla con una benedizione, mentre il mondo si chiede: chi è questo tizio e quali nasconde? Intanto, per evitare spionaggi moderni, controllano la Cappella come se fosse un set di spie – perché, diciamocelo, il Vaticano non è immune da un po’ di dramma extra.

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