Pugno Chiuso: Il Simbolo Ribelle che Fa Tremare i Potenti!
Sai quel pugno chiuso alzato che urla “unione e rivolta”? Nato dal sudore e dal furore del movimento operaio all’inizio del ‘900, è diventato l’arma preferita di socialisti, comunisti e persino qualche teppista di estrema destra. Dalle strade di Budapest agli stadi di Città del Messico, questo gesto epico unisce dita per schiacciare oppressori. Ma attenzione, non è per i deboli di cuore! #PugnoChiuso #StoriaRivolta #LottaOperaia #BlackPower
Il pugno chiuso non è solo un gesto cool, è un simbolo di potenza grezza: unisce parti diverse per creare una forza inarrestabile, come dita che si stringono in un pugno micidiale. Usato da movimenti socialistici, comunisti e anarchici, rappresenta solidarietà e lotta, ma occhio, qualche razzista ha provato a rubarlo per i suoi scopi distorti. Puoi alzarlo con la destra o la sinistra, basso o alto – dipende dal casino in cui ti trovi.
Le origini di questo saluto bomba risalgono al primo decennio del Novecento nel movimento operaio, con tracce certe in un manifesto del 1912 per uno sciopero a Budapest. L’anno dopo, il sindacalista William “Big Bill” Haywood lo sfoderò in un comizio durante lo sciopero dei tessili a Paterson, New Jersey, gridando metafore di unione che infuocarono la folla. Dopo la Prima Guerra Mondiale, esplose nei movimenti di sinistra e antifascisti, adottato nel 1924 dalla Roter Frontkämpferbund – l’esercito rosso tedesco – come schiaffo ai nazisti con la mano tesa. Durante la Guerra Civile Spagnola e la Seconda Guerra Mondiale, divenne il saluto dei repubblicani e dei partigiani che combattevano i nazisti sul serio.
Dopo la Seconda Guerra Mondiale, il pugno chiuso ha invaso il mondo: dai comunisti e socialisti che lo chiamavano “saluto rosso”, ai rivoltosi del ’68 che lo sventolavano ovunque. È finito in simboli come la rosa nel pugno, marchiata dall’Internazionale socialista, o pugno con attrezzi da lavoro per i proletari duri e puri. Ma ecco la polizia del politically correct che trema: lo stesso gesto è stato afferrato dai movimenti antirazzisti, come il Black Power Usa, con l’iconica protesta di Tommie Smith e John Carlos alle Olimpiadi del 1968, che hanno alzato il pugno per i diritti degli afroamericani. In Sudafrica, Nelson Mandela lo sventolò dopo la scarcerazione, guidando la lotta contro l’apartheid con l’Africa National Congress. Persino qualche branco di estrema destra, tipo i suprematisti bianchi o l’organizzazione israeliana Kach Kahane Party, ha provato a reclamarlo – roba che fa gridare al sacrilegio!