Svelati gli orrori dimenticati dei Gulag: milioni mandati all’inferno siberiano da Stalin! Preparatevi a un tuffo nel buio della storia sovietica: i Gulag, campi di terrore dove dissidenti e ladri comuni sudavano sangue in condizioni disumane, con morti a bizzeffe e un tasso di sopravvivenza da brivido. Non era un’uccisione diretta come nei campi nazisti, ma chi ci finiva spesso non ne usciva vivo. “Le grandi purghe” spazzarono via chiunque osasse fiatare contro il dittatore, con tanto di “rieducazione” che somigliava più a un incubo che a una lezione. #Gulag #StoriaVera #URSSOrrori #StalinIlTerribile
I Gulag, acronimi di “Gosudarstvennyj Upravlenje Lagerej” (Direzione centrale dei lager), non erano solo un organo burocratico, ma un sistema brutale di prigioni sparse per l’Unione Sovietica, attivo dal 1926 al 1953 sotto Stalin. Costruiti in posti dimenticati da Dio come la Siberia, servivano a rinchiudere chiunque fosse visto come minaccia, dai nobili ai delinquenti, in un mix di reclusione e lavoro forzato che ha lasciato milioni di vittime. Le origini? Risalgono alla Russia zarista con le katorga, dove persino Stalin finì recluso dal 1913 al 1916, e si intensificarono durante la guerra civile del 1918-1922.
Nei Gulag, la lista dei reclusi era un vero chi è chi degli “sgraditi”: oppositori politici, kulaki (quei contadini che osavano possedere terra), e persino comunisti che non seguivano alla lettera la linea di Stalin, come i seguaci di Lev Trotzki, che fu esiliato e poi fatto fuori nel 1940. “Grandi purghe” negli anni ’30 mandavano in galera per un semplice sospetto, con l’idea geniale di “rieducare” i prigionieri tramite fatica bestiale in miniere e costruzioni, esponendoli a rischi mortali come estrarre uranio senza protezioni. Le donne avevano i loro campi separati, e tutti pativano il gelo e la fame in dormitori che parevano tane di animali.
Con circa 18 milioni di anime passate per questi inferni e picchi di 2,5 milioni rinchiusi contemporaneamente, i Gulag non erano progettati per sterminare come i campi nazisti, ma i numeri parlano chiaro: tra 1 e 1,6 milioni di morti per stenti e incidenti. Tra i famosi reclusi, scrittori come Solženicyn e Šalamov, o il fisico Landau, e persino comunisti italiani scappati dal fascismo. Non c’era pietà, solo sudore e terrore.
I Gulag chiusero dopo la morte di Stalin nel 1953, con la destalinizzazione di Kruscev che li abolì ufficialmente nel 1960, ma alcuni restarono in funzione fino agli anni ’80, come Perm-36. Oggi, libri come “Arcipelago Gulag” di Solženicyn tengono viva la memoria, trasformando ex campi in musei per non dimenticare questi abomini della storia. Che lezione, eh? La repressione non è mai un gioco da ragazzi.