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Ignari bagnanti messi in pericolo dal pesce scorpione velenoso nascosto negli oceani

nei mari italiani: un pesce killer dal Mar Rosso spaventa le coste salentine! Se credevate che l’unico pericolo in vacanza fosse il caldo torrido, pensateci due volte. Lungo le coste di Santa Caterina di Nardò in Salento, due biologi marini dell’Università di Bari e un gruppo di sub del centro Apogon hanno avvistato un esemplare del (Pterois miles), durante un’immersione scientifica, proprio come riportato da Rai News. La segnalazione del 6 agosto è un campanello d’allarme: questa creatura è “fuori posto”, originaria del Mar Rosso e dell’Oceano Indiano, ma sta invadendo il Mediterraneo e le coste della Sicilia e dello Ionio tramite il Canale di Suez – un fenomeno che potremmo chiamare l’ennesima “migrazione Lessepsiana”, che sa tanto di colonizzazione subacquea.

Occhio ai pericoli sott’! Questi pesci stravaganti e colorati, che sembrano usciti da un incubo tropicale, sono armati di spine velenose che possono rovinare una giornata al mare in un batter d’occhio. Non fatevi ingannare dal loro aspetto affascinante: il pesce scorpione, insieme al pesce palla maculato (Lagocephalus sceleratus), al pesce coniglio scuro (Siganus luridus) e al pesce coniglio striato (Siganus rivulatus), è un “sorvegliato speciale” tra le invasive che stanno dando filo da torcere ai nostri mari. Le segnalazioni sono ancora sporadiche, ma guai a toccarli – potrebbero scatenare punture dolorosissime. Se ne avvistate uno, non giocate agli eroi: segnalatelo all’ISPRA via WhatsApp al +320 4365210 o sul gruppo Facebook Oddfish con l’hashtag #Attenti4. Fidatevi, meglio lasciare questi intrusi ai professionisti.

PesceScorpioneAllarme #InvasioneMediterraneo #Attenti4 Ebbene, questo predatore astuto e velenoso è un cugino tropicale del nostro scorfano (Scorpaena scropha), appartenente alla famiglia Scorfanidi. Con le sue 18 spine velenose sulle pinne, è un pericolo in agguato tra le rocce e le grotte costiere, dove si nasconde di giorno per poi cacciare all’alba e al tramonto. Originario dell’Oceano Indiano occidentale e del Mar Rosso, è sbarcato nel Mediterraneo già dal 1991 – prima avvistato in Israele, poi in Turchia, Cipro, Grecia e Italia, con prime segnalazioni in Sicilia nel 2016. Ora sta dilagando nello Ionio e punta all’Adriatico, complici i cambiamenti climatici che stanno trasformando il nostro mare in una sauna per questi intrusi.

Se vi capita di essere punti, non è uno scherzo: le spine del pesce scorpione rilasciano tossine che provocano dolore lancinante, vomito, febbre, tachicardia e altri guai seri. Per fortuna, non attaccano per primi – sono schivi come politici in campagna elettorale – ma se li disturbate, rimpiangerete la decisione. Il consiglio dal Manuale dell’Ospedale Niguarda? Immergete la zona colpita in acqua caldissima per 30-90 minuti per neutralizzare la tossina termolabile, rimuovete eventuali spine e disinfettate tutto. Se i sintomi peggiorano, correte dal medico, perché questi pesci non scherzano, anche se gli avvelenamenti sono rari grazie alla loro natura timida.

E non dimentichiamo: il pesce scorpione è una star della migrazione Lessepsiana, quel flusso di specie esotiche che dal Mar Rosso irrompe nel Mediterraneo grazie al canale costruito da quel geniaccio di Ferdinand de Lesseps nel 1869. Con gli allargamenti recenti e il riscaldamento globale, queste “immigrazioni eritree” stanno accelerando, permettendo a pesci come questo di stabilirsi e sconvolgere gli ecosistemi locali. Studi recenti sottolineano come la loro capacità di riprodursi e adattarsi stia rendendo il Mediterraneo un paradiso per invasori, con implicazioni che potrebbero far rabbrividire più di una puntura. Stay tuned, perché la natura non è mai stata così… imprevedibile!

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