Un evento climatico e sociale di proporzioni storiche segnò il 536 Dopo Cristo, considerato dagli storici medievali l’annus horribilis della storia. Durante questo anno, un’imponente eruzione vulcanica scatenò una serie di eventi catastrofici che segnarono un periodo buio per le popolazioni dell’epoca.
Le Cause Naturali
Si ipotizza che un grande vulcano, probabilmente situato in Islanda o in Centro America, abbia eruttato, rilasciando ceneri e aerosol nell’atmosfera. Questo fenomeno climaticamente disruptive portò a un significativo abbassamento delle temperature, oscurando il sole nell’emisfero settentrionale per un periodo di 18 mesi. Le conseguenze furono devastanti: le colture fallirono, generando carestie documentate negli Annali gaelici dell’Ulster con l’annotazione "Mancanza di pane nell’anno 536".
Testimonianze Storiche
Lo storico bizantino Procopio di Cesarea descrisse il clima di quell’anno come caratterizzato da un "sole oscuro". Cassiodoro, statista romano, aggiunse che il sole appariva bluastro e "tutto sembra un’eclissi senza fine". Queste descrizioni, unite ad analisi recenti delle carote di ghiaccio e degli anelli degli alberi, confermano che il 536 fu uno degli anni più freddi degli ultimi millenni, con temperature estive inferiori di circa 1,5 °C e 2,5 °C rispetto ai valori consueti.
Conseguenze Catastrofiche
Il periodo dal 536 al 546 d.C. vide ulteriori eruzioni vulcaniche che complicarono ulteriormente una situazione già drammatica, aggravata da conflitti e guerre. Nel 541, l’Impero Bizantino affrontò la Peste di Giustiniano, causata dal batterio Yersinia pestis, che sterminò circa 50 milioni di persone, decimando la popolazione dell’Impero Romano d’Oriente. Questo crollo demografico contribuì a una crisi economica e sociale significativa, ma segnò anche la transizione dall’Antichità al Medioevo. Michael McCormick, storico dell’Università di Harvard, ha osservato che ci sarebbero voluti diversi decenni prima che il mondo mostrasse segni di ripresa, fino al 640 d.C.