Il cardinale camerlengo gestisce il Vaticano durante la sede vacante, svelando compiti inaspettati fino all’elezione papale.

Svelato il custode segreto del Vaticano: il cardinale Camerlengo, il "re temporaneo" che gestisce miliardi mentre il Papa è fuori gioco!
Chi l’avrebbe detto che dietro le mura del Vaticano c’è un cardinale che gioca a fare il banchiere supremo quando il Papa è in vacanza eterna? Sì, stiamo parlando del cardinale Camerlengo, la figura che tiene le redini della Chiesa durante il caos della "sede vacante". È lui che verifica se il Papa è davvero defunto, sigilla stanze come in un thriller e maneggia i tesori della Santa Sede. Non è un santo in incognito, ma un amministratore coi fiocchi – e un po’ di potere che farebbe invidia a un CEO di Wall Street! # # #

Preparatevi a un viaggio nel tempo e nel dramma vaticano: il cardinale Camerlengo esiste più o meno dall’XI-XII secolo, un retaggio medievale che ha perso un po’ del suo smalto economico ma resta il pilastro durante i passaggi di potere. Insieme al cardinale decano, che convoca il conclave come un capo tribù, e al cardinale protodiacono, che annuncia l’elezione con gran fanfara, forma il trio d’élite che fa girare la macchina vaticana. L’attuale boss, il cardinale Kevin Joseph Farrell, è un veterano con mani esperte in finanza – nominato da Papa Francesco nel 2019 – e gestisce pure altri incarichi che lo rendono l’uomo ombra del Vaticano.

Ma andiamo al sodo: il termine "Camerlengo" viene dal latino camerlingus, legato a "camera" come stanza del tesoro, e un tempo era il gran maestro dei soldi della Santa Sede. Oggi, le sue funzioni sono definite dalla costituzione apostolica Praedicate Evangelium del 2022, e include nomine papali che a volte portano dritti al trono – come nel caso del cardinale Eugenio Pacelli, eletto Pio XII nel 1939. Non male per un lavoro che parte da un’eredità germanica medievale!

Durante la sede vacante, le cose si scaldano davvero: il Camerlengo deve prima "verificare la morte del Papa", chiamandolo tre volte per nome e poi dichiarando "vere Papa mortuus est" – che suona come una sentenza drammatica per dare il via al vuoto di potere. Subito dopo, sigilla la camera e lo studio papale e distrugge simbolicamente l’anello del pescatore, un rituale che fa sembrare il Vaticano un set cinematografico. Non è lui a urlare "habemus papam" per annunciare il nuovo capo – quello è il protodiacono – ma si occupa di gestire i beni della Curia, richiedendo bilanci e info finanziarie con l’aiuto di tre cardinali assistenti.

E chi è l’uomo del momento? Il cardinale Kevin Joseph Farrell, nato a Dublino nel 1947, è un asso delle promozioni: da sacerdote nel 1978, a vescovo ausiliare di Washington nel 2001, fino a cardinale e prefetto del Dicastero per i laici nel 2016. Ora, come Camerlengo, presiede commissioni su investimenti e corti vaticane, e in questi giorni di transizione sta lì a sorvegliare i tesori della Chiesa in attesa del prossimo Papa. Chissà se anche lui finirà sul trono – o se preferisce i numeri ai sermoni!

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