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Il deserto viene trasformato in meta turistica montana dal maxi-progetto saudita a Trojena

L’Arabia Saudita punta al colpo da maestro: una stazione sciistica nel deserto che sfida il clima!

Esplosivo scoop dall’Arabia Saudita: Trojena, il paradiso montano nel bel mezzo del nulla, sta per trasformare un deserto in una mecca del lusso sciistico! Immaginate piste innevate dove prima c’era solo sabbia bollente – un colpo di genio o un disastro ecologico in arrivo? #Trojena #ArabiaSaudita #SciNelDeserto #Vision2030

Il progetto Trojena, incastonato tra le montagne nord-occidentali dell’Arabia Saudita, è l’ennesima mossa da urlo del regno per diventare una superpotenza turistica. Mentre il mondo brucia per il cambiamento climatico, loro si lanciano in questa follia ambiziosa: una destinazione montana aperta tutto l’anno, con sport invernali e gite estive, ma ovviamente non senza le solite grane ambientali che fanno storcere il naso ai puristi del pianeta.

Le caratteristiche di questa futura località sciistica Trojena, parte del mega-progetto NEOM, sono da capogiro: un’oasi di lusso nella regione nord-occidentale, dove le altitudini elevate promettono fresco d’estate e neve d’inverno. Immaginate infrastrutture top: un villaggio sciistico, un lago artificiale per tuffi e divertimento acquatico, hotel da favola, resort e residenze di lusso, più spazi per escursioni, mountain bike e avventure estreme. Il masterplan è diviso in sei distretti tematici per attirare iPaperoni del turismo internazionale e dare una scossa all’economia saudita, seguendo la linea della Vision 2030 – perché chi se ne frega del petrolio quando puoi sciare nel deserto?

Partiamo dal Gateway, il punto d’accesso hi-tech che collega natura e digitale immersivo. Qui c’è The Vault, descritto come il "cervello" della montagna, un hub tecnologico che mescola immaginazione e gadget per un viaggio nel futuro su misura. Poi c’è Discover, appollaiato su una scogliera, con la torre cristallina firmata Zaha Hadid Architects piena zeppa di arte e tech, e il "Cosmic Gate", un museo open-air tra due vette – roba che sembra uscita da un film di fantascienza!

Al centro di tutto, Valley è il cuore pulsante con il suo lago artificiale da 2,8 chilometri, perfetto per paddleboarding, kayak e family fun circondato da una "foresta incantata" e ville con vista mozzafiato. Explore celebra la natura selvaggia con sentieri e percorsi per riscoprire il passato in modo interattivo, mentre Relax è il paradiso del benessere, con residenze nella roccia e un Lifestyle Management Resort che usa trucchi naturali e high-tech per rimettere in sesto corpo e mente. Infine, Fun (o "Sports" per alcuni), promette avventure e sport da brividi, con piste da sci e attività che completano il quadro – anche se i dettagli sono un po’ nebulosi come la nebbia in una giornata di sci!

Passando agli aspetti ingegneristici, Trojena si ergine su un’area di oltre 60 chilometri quadrati tra i 1.500 e i 2.600 metri d’altitudine. Il lago artificiale nel Valley District coprirà 2,8 chilometri quadrati, sostenuto da tre dighe: quella principale alta 145 metri e lunga 475 metri, realizzata con 2,7 milioni di metri cubi di calcestruzzo compatto. Per il villaggio sciistico, ci sono 36 km di piste, e il sistema di neve artificiale è una bomba: un setup duale super-avanzato che usa metodi tradizionali e "all-weather" per garantire fino a 3 mesi di neve naturale e estendere la stagione a 9 mesi con neve sintetica e piste "dry ski". Tutto alimentato da energia rinnovabile, con recupero del calore e riutilizzo dell’acqua da impianti di desalinizzazione – roba che suona eco-friendly, ma chissà quanto è reale!

Ma andiamo alle criticità, perché non tutto luccica: produrre neve artificiale in un deserto significa ingoiare litri d’acqua, con rischi seri per gli ecosistemi locali. La desalinizzazione crea salamoia tossica che potrebbe rovinare il mare, e il consumo energetico per mantenere tutto in piedi è un incubo – anche se dicono di usare solo rinnovabili, la costruzione distruggerà habitat e paesaggi naturali. Insomma, un bel casino per la biodiversità, ma hey, il progresso ha sempre un prezzo, no?

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