Il franco CFA è uno strumento francese per gestire le ex colonie africane? Scopri il suo funzionamento e significato.

Il : storia e critiche

Il franco CFA, nato come valuta nei territori coloniali francesi in Africa, oggi è composto dal “franco CFA dell’Africa Occidentale” e “franco CFA dell’Africa Centrale”, emessi rispettivamente dalla Banca Centrale degli Stati dell’Africa Occidentale e dalla Banca degli Stati dell’Africa Centrale, e utilizzati da 14 Stati africani. Molti ritengono che il franco CFA sia un mezzo attraverso il quale la Francia mantenga un controllo parziale sulle sue ex-colonie in Africa, influenzando l’economia locale e agevolando le sue esportazioni nella regione.

Origini e sviluppo

Il franco CFA fu istituito ufficialmente il 26 dicembre 1945 come “franco delle colonie francesi d’Africa”. Successivamente, cambiò nome diventando “franco della Comunità d’Africa” tra il 1958 e il 1960, e infine assumendo le due forme attuali. La Francia motivò l’introduzione di questa valuta come mezzo per stimolare la crescita economica nelle sue allora colonie , sostenendo che avrebbe garantito stabilità macroeconomica post-indipendenza.

Caratteristiche e utilizzo attuale

Inizialmente stabilito con un rapporto fisso con il franco francese, il franco CFA ora è legato direttamente all’euro, con un valore di euro equivalente a 655,957 franchi CFA. Attualmente, 14 Paesi africani adottano il franco CFA, con una popolazione totale stimata nel 2023 di circa 230 milioni di abitanti e un prodotto interno lordo di circa 313,7 miliardi di dollari.

Critiche e controversie

Il franco CFA è al centro di diverse critiche rivolte alla Francia, accusata di mantenere un controllo neocoloniale sulle sue ex-colonie africane. Nonostante alcuni vantaggi come la stabilità monetaria, la valuta ha ostacolato l’integrazione economica tra gli Stati africani, favorendo gli scambi con la Francia e la Cina a discapito di quelli regionali. Il sistema di cambio fisso ha inoltre limitato lo sviluppo di un settore manifatturiero competitivo, poiché le importazioni francesi hanno penalizzato i produttori locali.

In conclusione, il franco CFA, pur restando al centro di dibattiti e polemiche, va considerato nel contesto più ampio delle relazioni politiche ed economiche tra la Francia e le sue ex-colonie africane. Il peso dello storico legame coloniale continua a influenzare le dinamiche economiche della regione.

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