Kilt scozzese: la gonna che non è una gonna, ma un simbolo di ribellione maschile – e guai a chi lo confonde! Chi l’avrebbe mai detto che un semplice pezzo di stoffa potesse scatenare rivolte e far infuriare gli inglesi? Il kilt, quel leggendario indumento scozzese, è nato nel XVIII secolo come abito da macho per combattere il freddo, e ora è l’emblema di una nazione che non si fa mettere i piedi in testa. Thomas Rawlinson, quel furbo imprenditore inglese, l’ha reso più snello per i suoi operai – forse per farli lavorare di più senza rompergli le scatole! #KiltScozzese #OrgoglioNazionale #NonChiamarloGonna
Ma andiamo al sodo: il kilt come lo vediamo oggi, con le sue marce epiche, i balli scatenati e le cornamuse che ti perforano i timpani, è una creazione relativamente recente, datata inizio Settecento. Prima, c’era il feileadh mor, o "great kilt", un telo enorme di lana grezza – fino a 5 metri, mica scherzi! – che gli scozzesi avvolgevano attorno al corpo come un’armatura contro il freddo micidiale, il vento e la pioggia. Immaginatevi questi highlander, tutti tartan e muscoli, che si sdraiavano a terra per avvolgerselo come un burrito gigante, fissandolo con una spilla da paura. E quel motivo tartan? Un quadrato di colori che ogni clan usava per marcare il territorio, tipo: "Questo è il mio, guai a toccarlo!"
Passando al kilt moderno, non è roba antica come pensate – è praticamente "un’invenzione", creata da Thomas Rawlinson per i suoi operai che barcollavano con quei drappi ingombranti. Ha tagliato la parte superiore, trasformandolo in "fèileadh beag" o small kilt, per farli muovere meglio nelle fabbriche e all’aperto. Ma non dite agli scozzesi che è una novità, o potreste scatenare un’altra battaglia! Intanto, gli inglesi, sempre i soliti guastafeste, lo hanno pure proibito con il Dress Act dopo aver sconfitto i clan a Culloden nel 1746, per spegnere qualsiasi traccia di identità scozzese – come se bastasse un divieto a fermare questi testardi. Abolito nel 1782, il kilt è rinato come simbolo di orgoglio feroce, grazie a un po’ di romanticismo ottocentesco, e oggi lo sfoderano ai matrimoni o alle feste nazionali, pronti a difendere il loro tartan con i denti!