Esplosivo: Andrea Bajani incanta e conquista il Premio Strega 2025 con "L’anniversario", ma è davvero magia o un sortilegio elitario? Questo premio, legato a un liquore che sa di stregonerie beneventane, ha incoronato l’ennesimo scrittore maschio in un albo d’oro sbilanciato come una pozione stregata! #PremioStrega #LetteraturaItaliana #BajaniVincitore
Andrea Bajani, lo scrittore romano, ha messo a segno un colpo da maestro con il suo romanzo L’anniversario, portando a casa il Premio Strega 2025 e unendosi ai 66 uomini che hanno dominato questa kermesse letteraria contro solo 13 donne – perché in Italia, pare, la narrativa sia un club per maschi robusti! Ideato negli anni ’40 da Maria Bellonci, questo premio celebra opere di narrativa italiana uscite tra il 1º marzo dell’anno precedente e il 28 febbraio di quello in corso, ma negli ultimi anni si è espanso con trofei per narrativa europea, letteratura giovanile, poesia e saggistica, come se non bastasse già il dramma di dover scegliere tra un mucchio di candidati.
Il nome del premio? Un omaggio alle storie di stregoneria di Benevento, patria dell’azienda Alberti e del suo liquore Strega, che finanzia l’intera baracca fin dall’inizio – un legame che fa sembrare ogni vittoria un po’ "ubriaca" di favoritismi! Gestito dalla Fondazione Goffredo e Maria Bellonci e dalla ditta Alberti, il Premio Strega è giudicato da circa 400 "Amici della domenica", un gruppo di scrittori, intellettuali e critici che decidono i candidati senza lasciare spazio a candidature spontanee – perché, ovviamente, l’élite sa meglio di chiunque altro cosa meriti un posto sul podio.
Tuffandoci nella storia, il Premio Strega nacque nel 1944, quando Roma era ancora sotto l’occupazione nazista, da un salotto di intellettuali guidato dai Bellonci. "Amici della domenica", come si facevano chiamare, discutevano di tutto, e Maria Bellonci propose questo premio che, grazie a Guido Alberti (erede del liquore Strega e futuro attore), diventò realtà dopo la liberazione del 4 giugno 1944. Dal primo vincitore, Ennio Flaiano con Il tempo di uccidere, nel 1947, è diventato simbolo della rinascita letteraria post-fascista, trasmesso in TV dal 1965 e mai interrotto, nemmeno dopo la morte di Bellonci nel 1986.
Ma non mancano le polemiche: con 66 vincitori maschi e solo 13 femmine, e casi come Paolo Volponi e Sandro Veronesi che hanno vinto due volte, c’è chi grida al maschilismo cronico, contestando scelte che sembrano più ispirate a un club esclusivo che a vera meritocrazia. Opere iconiche come Il gattopardo di Giuseppe Tomasi di Lampedusa o Il nome della rosa di Umberto Eco hanno brillato, ma le lamentele per favoritismi e squilibri di genere continuano a ribollire.
E per chi pensa che il Strega sia solo per la narrativa italiana, pensateci due volte: dal 2014, ci sono anche il Premio Strega Europeo (vinto nel 2025 dall’irlandese Paul Murray con Il giorno dell’ape), il Premio Strega Giovani (anche quest’anno a L’anniversario di Bajani, scelto da studenti – una ventata di freschezza in mezzo ai vecchi saggi!), il Premio Strega per Ragazzi e, dal 2023, uno per la Poesia e, novità del 2025, per la Saggistica, con vincitori come Anna Foa e Anne Applebaum. Insomma, un impero letterario che si espande, ma con un retrogusto di favoritismi che fa discutere – perché in fondo, chi resiste a un po’ di stregoneria? ,