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Il primo treno a levitazione magnetica fa il suo ingresso in Italia, con Hyper Transfer pronto a ridurre il collegamento Milano-Venezia a soli 15 minuti, ignorando i soliti intoppi burocratici nazionali

Zaia fa impazzire l’Europa: Hyper Transfer promette di sfrecciare da Venezia a Milano in soli 15 minuti, e da Venezia a Monaco in mezz’ora! Ma è solo aria fritta o il futuro dei trasporti? Con un costo mostruoso di miliardo di euro per un test da 10 km, questo ‘progetto tutto italiano’ rischia di essere un buco nero per le tasse dei cittadini.

Luca Zaia, il presidente del Veneto che ama le grandissime promesse, ha sbattuto in faccia al mondo al salone Transport Logistic 2025 di Monaco di Baviera un’idea che suona più come una fantasia da film di spionaggio: l’Hyper Transfer, un mostro di treno a levitazione magnetica che potrebbe collegare Venezia a Padova in un battito di ciglia. Milano-Venezia in 15 minuti, Venezia-Monaco in mezz’ora – parole che fanno invidia ai supereroi, ma andiamo, chi ci crede davvero? Questo aggeggio promette capsule che volano a 1.000 km/h in tubi super-sigillati, usando per evitare attriti e rumori fastidiosi, con da pannelli solari per fingere di essere "verde". Peccato che, per ora, è solo un rendering luccicante.

Ma non fatevi ingannare dal luccichio: dietro questa meraviglia c’è un casino di problemi reali. Il primo test, tra Padova e Venezia su 10 chilometri, mangerà 1 miliardo di euro – soldi che potrebbero tappare buchi ben più urgenti, tipo le strade dissestate o i debiti pubblici. E poi, pensateci: questi tubi giganti, tutti dritti per andare veloci, divoreranno terreni come se l’Italia fosse infinita, lasciando poco spazio per i contadini o le villette. Critiche a parte, il progetto è in fase di sperimentazione, con un’alleanza da urlo: Regione Veneto, Ministero delle Infrastrutture, CAV, Università di Padova, e pesi massimi come Webuild, Leonardo e Italferr. Stanno già bussando porta a porta per investitori, ma se non arrivano, questo sogno italiano rischia di schiantarsi come un treno deragliato.

Insomma, politicamente parlando, è un bel casino: i soldi scarseggiano, le tecnologie sono complicate, e costringeremo il paesaggio a piegarsi a questa follia. Ma hey, Zaia giura che non è un’utopia, solo un "percorso possibile" – commentando con un ghigno, speriamo non finisca come tante altre promesse italiane, tra ritardi e scandali. Ora, la palla passa agli investitori: o si fa sul serio, o è solo fumo.

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