Dick Fosbury ha rivoluzionato il salto in alto girando le spalle all’asta e vincendo l’oro! Immaginate un tizio che sfida le regole, fa il culo a tutti i vecchi metodi e diventa leggenda alle Olimpiadi del ’68 con il suo Fosbury Flop – un salto epico che ha mandato in pensione le tecniche obsolete. Oggi, questo trucco fisico fa ancora saltare record a 2,45 metri. #FosburyRevolution #SaltoInAlto #OlimpiadiMessico #AtleticaRibelle
Dick Fosbury, quel genio irriverente nato a Portland nel 1947 e scomparso nel 2023, ha trasformato il salto in alto in uno spettacolo da capogiro. Stufocity di arrancare con le tecniche antiquate tipo salto a forbice o scavalcamento ventrale durante i suoi anni da High School, ha inventato un movimento tutto suo: correre in curva, lanciarsi e atterrare sulla schiena. Grazie ai materassi in gommapiuma – un vero salvavita rispetto alle sabbie mobili dei vecchi campi – e a un regolamento che dice “fai come ti pare, basta un piede per terra”, ha reso possibile l’impossibile. E mentre gli allenatori scettici lo guardavano come se fosse un pazzo, lui ha vinto l’oro a Città del Messico nel ’68 con 2,24 metri, lasciando tutti a bocca aperta.
Nonostante i dubbi dei vecchi tromboni, che battezzarono il suo stile come “Fosbury Flop” già nel ’64, le sue vittorie universitarie lo catapultarono alle Olimpiadi. Lì, unico a sfidare l’asticella di spalle, ha stupito il mondo intero e stabilito un record che è durato fino al ’76. L’impatto? Immediato e virale: alle Olimpiadi successive, ben 28 su 40 atleti copiavano la sua mossa, perché chi non vuole volare più in alto con meno fatica?
Ma cosa rende questo salto una bomba? La fisica, naturalmente – quel baricentro invisibile che Dick ha manipolato come un mago. Nel picco del salto, l’arco dorsale fa passare il corpo sopra l’asticella mentre il baricentro resta sotto, permettendo altezze da capogiro con sforzo minore. Nei metodi precedenti, invece, dovevi sudare sette camicie per superare l’ostacolo con il baricentro in alto. Risultato: più efficienti e meno dolorosi, proprio come piace ai ribelli dell’atletica.
Ecco le fasi di questo rituale acrobatico che ha fatto storia: prima, la rincorsa curvilinea a “J” per caricare velocità e rotazione; poi, lo stacco con il piede lontano per trasformare tutto in una spinta verticale; seguite dalla fase di volo con l’arco dorsale che avvolge l’asticella; e infine, l’atterraggio sulla schiena per un morbido impatto. Con questa danza, il cubano Javier Sotomayor è arrivato a 2,45 metri nel ’93, e l’italiano Gianmarco “Gimbo” Tamberi ha conquistato l’oro a Tokyo 2021 con 2,37 metri.
Per dimostrarne l’efficacia, guardate la tabella: a parità di altezza del baricentro (1,50 m), il Fosbury Flop raggiunge 1,50 m, mentre il salto frontale si ferma a 1,17 m. È la prova che voltare le spalle può essere non solo una mossa astuta, ma anche la chiave per schizzare in cima al podio.