Il recente dibattito sul saluto “romano” ha avuto nuova attenzione in seguito a eventi e dichiarazioni pubbliche. Il saluto, noto anche come saluto fascista, consiste nel teso del braccio destro, formando un angolo di circa 135 gradi rispetto al corpo, con le dita della mano unite. Nonostante il nome, questa forma di saluto non era usata nell’antica Roma ma è stata associata alla civiltà romana solo in epoche più recenti. Negli anni ’20 del Novecento, il gesto fu adottato dal regime fascista come saluto ufficiale, diventando simbolo di ideologie di estrema destra. Oggi, il saluto è presente nei movimenti neofascisti e, in alcuni paesi, come l’Italia, è soggetto a divieti legali in specifiche circostanze.
Origini del saluto “romano”
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La dimostrazione del saluto “romano” non ha origini nell’antica Roma; non vi sono prove, né letterarie né iconografiche, che attestino la sua diffusione. Alcune opere artistiche del periodo romano mostrano figure con il braccio alzato, ma si trattano di gesti diversi. Il saluto acquista la sua connotazione moderna attraverso il neoclassicismo, un movimento artistico che si sviluppò tra il Settecento e l’Ottocento. Un’opera di Jacque-Louis David, realizzata nel 1784 e intitolata Il giuramento degli Orazi, presentava un gesto simile a quello del saluto “romano”, contribuendo alla sua associazione con l’antichità.
Il saluto “romano” e il fascismo
Il regime fascista, instaurato nel 1922, adottò vari simboli provenienti dall’occupazione dannunziana di Fiume, tra cui il saluto “romano”. Questo gesto veniva percepito dai fascisti come un tributo alla grandezza dell’antica Roma, che ambivano a rappresentare. Durante il fascismo, si cercò di promuovere l’uso di questo saluto come segno di appartenenza al partito, mentre la tradizionale stretta di mano subì una forte disapprovazione. La sua diffusione si estese anche ad altri regimi affini, tra cui il nazismo, che ne adottò una variante.
Il saluto oggi
Con la sconfitta del nazismo e del fascismo nella Seconda Guerra Mondiale, l’uso del saluto “romano” conobbe una significativa diminuzione, divenendo un simbolo di oppressione e ideologia autoritaria. Tuttavia, persiste in ambiti di estrema destra. In Italia, il saluto “romano” è vietato dalla legge Scelba e dalla legge Mancino, ma tali divieti si applicano solo in circostanze che minacciano l’ordine pubblico o promuovono il reato di ricostituzione del partito fascista. Di conseguenza, il gesto è frequentemente utilizzato in contesti non perseguibili legalmente da parte di gruppi estremisti.