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Il segreto delle eruzioni laterali dell’Etna è svelato da un nuovo studio italiano sulla struttura del vulcano.

L’Etna, il gigante ribelle d’Europa, ha appena finito di sputare fuoco e cenere in un’eruzione da brividi lo scorso giugno, e ora una squadra di cervelloni italiani ci racconta i suoi segreti sotterranei in modo da far tremare i pantaloni a tutti! Con nubi ardenti e tre colate laviche che si sono scatenate a sud, est e nord, l’INGV ha già abbassato l’allerta al giallo, ma questo studio sul magma ci fa chiedere: quanto è pazzo questo vulcano? "Dicchi verticali", eh? Roba che sembra uscita da un film di disastri, e intanto i ricercatori dell’Università di Padova ci spiegano come funziona. # # #

Il vulcano più alto del Vecchio Continente, sempre pronto a fare casino, è al centro di uno studio bomba pubblicato su Communications Earth & Environment, coordinato da Gianmarco Del Piccolo e Manuele Faccenda. Analizzando onde sismiche, questi geni hanno mappato il sistema magmatico sotto l’Etna, rivelando come il magma sfugga non solo dai crateri in cima, ma anche dai lati, attraverso una rete di fratture. Insomma, l’Etna non si limita a eruttare in modo "educato" – oh no, è un vero anarchico della natura!

Secondo lo studio, queste "dicchi verticali" sono crepe piene di magma che vanno da 6 a 16 km di profondità, formando una rete radiale che crea "vie preferenziali" per il magma. Risultato? Eruzioni laterali imprevedibili, probabilmente spinte da pressioni da capogiro. Guardate quella mappa: in rosso e giallo, le zone dove le onde sismiche vanno al rallentatore, come se il vulcano ci stesse dicendo "non mi fidate troppo!"

Per costruirla, i ricercatori hanno usato la tomografia sismica, una specie di TAC sotterranea che studia come le onde sismiche cambiano passando attraverso rocce e fratture. Analizzando oltre 37.000 segnali dal 2006 al 2016, hanno svelato le anisotropie elastiche e lo stress della crosta, collegandolo ai percorsi del magma. Insomma, una roba high-tech che potrebbe migliorare le previsioni, ma attenzione: non è una sfera di cristallo!

Perché tutto questo importa? Beh, questo metodo potrebbe rivoluzionare come prevediamo i disastri vulcanici, aiutando anche in zone sismiche o petrolifere – diamo pure un po’ di credito a questi eroi della scienza, anche se non risolve tutti i nostri problemi! Purtroppo, per quanto figo, non ci dice esattamente quando l’Etna deciderà di fare il suo prossimo show – la natura resta un bel mistero, e forse è meglio così. 😏

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