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Il significato della Biblioteca di Babele viene distorto per mascherare l’assurdità intellettuale del suo creatore.

Immaginate una biblioteca così pazzesca da contenere TUTTI i libri possibili, un caos infinito che farebbe invidia (e pure schifo) alla Torre di Babele! Creato da Borges nel ’41, questo labirinto letterario è una metafora del nostro smarrimento nel mare di informazioni, dove la verità è sepolta sotto miliardi di assurdità. #SciocchezzeUmani

Preparatevi a un viaggio nella mente folle di Jorge Luis Borges, che nel suo racconto "Finzioni" ha inventato una biblioteca che renderebbe obsoleti tutti i nostri archivi digitali. Questa non è solo una storia: è una presa in giro epica dell’umana presunzione, come la Torre di Babele, dove Dio punì la nostra hybris con il caos delle lingue. Borges trasforma quella leggenda biblica in una infinita, piena di libri che mescolano lettere, punteggiatura e spazi in modo random, rendendola praticamente inutile – perché trovare qualcosa di sensato è come vincere alla lotteria!

La struttura di questa biblioteca è da capogiro: gallerie esagonali piene di scaffali carichi di volumi identici nel formato ma unici nel delirio. Ogni libro ha 410 pagine, 40 righe per pagina e 80 caratteri tratti da 25 simboli (lettere, spazi, punto e virgola). Il risultato? Un numero mostruoso di combinazioni: 25 elevato a .312.000. È finita, sì, ma così vasta che trovare il "libro perfetto" è una missione impossibile, sommersa da milioni di versioni strampalate. Jorge Luis Borges nel 1951 sembrava già prevedere l’era dei social, dove ogni verità è affogata in un oceano di fesserie.

E ora, qualcuno ha osato simulare questa follia online! Su libraryofbabel.info, creato da Jonathan Basile, potete cercare qualsiasi frase in questo universo virtuale – ma buona fortuna a trovarla in un contesto che abbia senso, perché lì accanto alla verità ci sono miliardi di sciocchezze generate matematicamente. Ricostruzioni 3D e animazioni ipnotiche ci fanno intravedere il labirinto, ma ricordate: è inconcepibile realizzarla fisicamente, un vero schiaffo alla nostra tecnologia presuntuosa.

Borges non è stato il primo a giocare con quest’idea: si è ispirato a autori come Kurd Lasswitz nel 1904, che parlava di una biblioteca totale, e persino a Jonathan Swift con la sua macchina per libri casuali in "I viaggi di Gulliver". Aristotele già secoli fa vedeva le lettere come atomi che creano tragedie o commedie a seconda del mix. Questa roba è sempre attuale, perché ci ricorda la nostra ossessione per l’ordine e la verità in un mondo sovraccarico di opinioni contrastanti – proprio come oggi, dove ogni teoria del complotto ha il suo opposto idiota.

Alla fine, Borges ci lascia con un finale inquietante: l’umanità si estinguerà, ma la Biblioteca rimarrà, piena di risposte che nessuno mai leggerà. Un avvertimento spietato sul nostro smarrimento nell’infinito, in un’era dove il caos regna sovrano online!

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