Negli ultimi giorni, con l’arrivo dell’inverno, si è tornati a parlare di un metodo tradizionale per combattere la condensa sui vetri: posizionare una ciotola di sale accanto alle finestre durante le giornate fredde e umide. Questa tecnica, nota come “trucco della nonna”, viene proposta come soluzione casalinga da utilizzare in ambienti come cucine e bagni, dove si genera una maggiore quantità di vapore acqueo. Tuttavia, la reale efficacia del sale nel ridurre l’umidità dell’aria è limitata.
Il sale da cucina, composto principalmente di cloruro di sodio (NaCl), presenta caratteristiche igroscopiche, ovvero è in grado di assorbire molecole d’acqua. Tuttavia, la sua capacità di assorbimento è modesta, attivandosi in modo significativo solo quando l’umidità relativa dell’aria supera il 70-75%. In condizioni normali, come quella di un ambiente domestico con umidità ideale attorno al 50%, la condensa inizia a formarsi circa al 60% di umidità relativa. Quindi, il sale potrebbe avere un effetto riduttivo sull’umidità soltanto in ambienti con alta saturazione di vapore.
# Limitazioni del metodo
Sebbene il sale possa fornire un leggero beneficio in situazioni di elevata umidità, non rappresenta una soluzione completa. Altri fattori, in particolare la differenza di temperatura tra l’interno e l’esterno del vetro, sono determinanti nella formazione della condensa. Di conseguenza, il trucco del sale può risultare utile in un bagno piccolo dopo una doccia calda o in una cucina durante lunghe sessioni di cottura, ma non offre un approccio risolutivo.
# Alternative più efficaci
Esistono dispositivi antiumidità progettati per l’uso domestico che utilizzano materiali significativamente più igroscopici rispetto al sale, come la silice colloidale o alcuni sali di calcio. Per prevenire la formazione di condensa, è preferibile favorire la circolazione dell’aria aprendo le finestre o installare infissi ad alto isolamento termico, che offrono miglioramenti significativi rispetto a una semplice ciotola di sale accanto alla finestra.