Il Virus Michelangelo
Negli anni ’90, il virus Michelangelo rappresentava una delle minacce informatiche più allarmanti, progettato per infettare i sistemi MS-DOS. Scoperto nel 1991, il malware fece notizia per la sua presunta capacità di causare gravi danni, attivandosi il 6 marzo di ogni anno, coincidente con il compleanno dell’artista Michelangelo Buonarroti.
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Modalità di Attacco
Contrariamente ad altri virus che causavano solo messaggi di errore, il virus Michelangelo aveva un obiettivo devastante: cancellare dati dai computer infetti sovrascrivendo settori critici del disco rigido. La sua diffusione avveniva principalmente tramite floppy disk, che all’epoca erano il principale mezzo di trasferimento di dati.
Allerta e Preoccupazioni
L’attenzione mediatica intorno a Michelangelo era senza precedenti. Esperti informatici, tra cui il noto John McAfee, prevedevano che milioni di computer avrebbero potuto essere infettati. Questa ondata di allerta contribuiva a diffondere il panico tra gli utenti, anche se alla fine l’impatto reale fu minore rispetto alle previsioni allarmistiche.
La storia del virus Michelangelo che il 6 marzo 1992 terrorizzò il mondo
Negli anni ’90, la minaccia dei virus informatici era in costante crescita, ma pochi episodi hanno suscitato un allarme globale quanto quello legato al virus Michelangelo, pensato per infettare i sistemi MS-DOS. Scoperto nel 1991, questo malware ha attirato un’attenzione senza precedenti fino a quel momento a causa della sua presunta capacità distruttiva e della sua attivazione programmata per una data specifica: il 6 marzo di ogni anno, giorno del compleanno dell’artista rinascimentale Michelangelo Buonarroti. A differenza di altri virus che si limitavano a mostrare messaggi o a causare piccoli inconvenienti, Michelangelo aveva un obiettivo preciso e devastante: cancellare dati dai computer infetti sovrascrivendo i settori critici del disco rigido. La sua modalità di diffusione sfruttava i floppy disk, all’epoca ampiamente utilizzati (oggi quasi spariti del tutto), permettendogli di propagarsi silenziosamente tra i computer dell’epoca.
Alcuni analisti ed esperti informatici, tra cui il controverso John McAfee, avanzarono stime catastrofiche secondo cui milioni di computer sarebbero stati colpiti…