Paura del vuoto? Scopri l’ #HorrorVacui, quel terrore latino che fa impazzire artisti e filosofi! Aristotele gridava che "la natura rifugge il vuoto" ("natura abhorret a vacuo"), e Spinoza ci andava dietro secoli dopo, giurando che non c’è uno spazio libero in natura – roba che fa a pugni con i pitagorici e gli atomisti, che invece lo amavano come una necessità. #Arte #Filosofia #TerroreDelVuoto
Preparatevi a un mondo dove il vuoto è l’incubo peggiore, e noi umani lo combattiamo riempiendo tutto come se ne andasse della nostra sanità mentale! Prendete l’horror vacui nell’arte: non è solo un vezzo, è una mania per riempire ogni centimetro di spazio con dettagli folli e ornamenti esagerati. Il critico Mario Praz lo definiva l’eccesso ornamentale dei vittoriani – forse per coprire i loro gusti un po’ troppo rigidi, eh? – ma esempi ce ne sono a bizzeffe prima: dall’arte greca dell’Età Geometrica, alle meraviglie islamiche eterne, fino ai manoscritti miniati come il Libro di Kells del IX secolo, dove motivi e simboli non sono solo belli, ma forse nascondono significati allegorici un po’ criptici e sovversivi.
E non fermiamoci qui, perché l’horror vacui è ovunque, persino nei tempi moderni! Pensate all’incisore francese Jean Duvet del Rinascimento, che stipava le sue opere di roba all’inverosimile, o agli artisti postmoderni come David Carson e Vaughan Oliver, che con le loro grafiche caotiche vi fanno girare la testa. Poi c’è il fumetto underground di S. Clay Wilson, Robert Crumb e Robert Williams – roba grezza e un po’ trasgressiva, dove il vuoto è bandito come un ospite sgradito. Persino nei libri per bambini come Dov’è Wally?, ogni pagina è un caos di dettagli che vi fa impazzire alla ricerca del protagonista – chissà, forse è un complotto per tenerci tutti distratti dal vero vuoto della vita!