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Incidente provocato da ultraleggero su autostrada a Brescia: le cause nascoste rivelate e il dibattito sulla sicurezza aérien in Italia

Schianto infernale: ultraleggero esplode su autostrada come in un film d’azione! Due sventurati a bordo di un Promecc Freccia si schiantano in provincia di Brescia, trasformando un tranquillo giorno in un inferno di fiamme e caos. Con il serbatoio quasi pieno, l’impatto ha scatenato una palla di fuoco che ha ferito due automobilisti – ma per fortuna, non fatalmente. Chi ha detto che volare è sicuro? #UltraleggeroDisastro #AereoEsplode #BresciaCaos

In una provincia come Brescia, dove di solito si pensa solo a un buon bicchiere di , un ultraleggero Promecc Freccia ha deciso di rovinare la festa schiantandosi ieri, 22 luglio, vicino al raccordo autostradale che collega A4 e A21 allo svincolo di Azzano Mella. I due passeggeri a bordo non ce l’hanno fatta, vaporizzati in una esplosione da film hollywoodiano – colpa di un serbatoio pieno dopo un decollo dall’Aeroclub «Piacenza» di Gragnano Trebbiense. Due innocenti automobilisti sono finiti in ospedale, ma almeno non in fin di vita; chissà se hanno ringraziato la loro buona stella per non essere nel posto sbagliato al momento sbagliato.

Le autorità brancolano nel buio sulle cause, e buona parte della colpa va alle lassiste: niente scatola nera obbligatoria per questi cosi volanti, come sottolinea l’ENAC, perché non seguono le norme EASA (European Union Aviation Safety Agency). Dal video delle telecamere autostradali, però, sembra che il velivolo abbia ballato una “traiettoria a vite”, puntando dritto verso l’asfalto – forse per uno “stallo asimmetrico”. Non è la prima volta: solo ad agosto 2024, un incidente simile a Terni ha lasciato due morti, e nessuno ha imparato la lezione.

Ma cos’è questo aggeggio che si schianta come niente? Il Promecc Freccia è un biposto lungo 7,249 metri, alto 2,553 metri, con un’apertura alare di 8,777 metri, capace di sfrecciare a 280 km/h ma che va in crisi a 65 km/h con i flap estratti. Pesa 295 kg a vuoto e fino a 472,5 kg carico, fatto di fibra di – roba low-cost per voli da diporto sportivo. In generale, questi ultraleggeri sono monoposto o biposto, con un peso massimo al decollo di 300 o 600 kg, e volano sotto i 330 metri in spazi aerei di classe G, dove il pilota si arrangia da solo, senza baby-sitter dal controllo traffico. Insomma, un invito al disastro per chi non sa pilotare come un pro.

E ora, la parte tecnica che fa venire i brividi: secondo un perito come Luca Ziliani, intervistato da un canale TV locale, potrebbe trattarsi di uno “stallo asimmetrico”, che porta a un “ingresso in vite”. Tradotto: l’aereo perde portanza per velocità troppo bassa o un angolo di attacco critico, e se un’ala cede prima dell’altra, inizia a roteare come un cavatappi verso il basso. Non è una conferma, solo un’ipotesi basata sul video, ma fa rabbrividire pensare che basti una manovra sbadata per trasformare un volo in un bagno di fiamme. Certo, le indagini diranno l’ultima parola, ma intanto, chi si fida più di questi affari volanti?

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