Ventagli al Tour de France 2025: il vento laterale fa a pezzi i big come un ciclone impazzito! Jonas Vingegaard e il suo Team Visma hanno sferrato un attacco micidiale, lasciando Evenepoel e Roglič a mangiare polvere mentre Tadej Pogačar si aggrappa per miracolo. È il ciclismo come un gioco sporco di fisica e astuzia! #TourDeFrance2025 #CiclismoCaos #VentoLetale
Se pensavate che il ciclismo fosse solo sudore e salite, svegliatevi: al Tour de France 2025, il vero incubo è quel bastardo invisibile chiamato vento laterale, che trasforma una tranquilla tappa in un mattatoio su due ruote. I ventagli – o echelon per gli inglesi e bordure per i francesi – non sono solo una mossa difensiva, ma un attacco brutale che spezza il gruppo come un colpo basso, sfruttando le leggi della fisica per far volare via i perdenti.
Prendete la prima tappa a Lille: la squadra di Jonas Vingegaard (Team Visma) ha scatenato il pandemonio, lasciando Evenepoel e Roglič a sgobbare nel vento mentre il campione Tadej Pogačar si è salvato per un pelo. È la prova che nel ciclismo, non bastano le gambe – serve cervello e un po’ di furbizia.
Quando il vento è laterale, addio alla classica scia: i ciclisti si dispongono in diagonale, sfalsati come soldati in marcia, per schivare la resistenza aerodinamica. In pianura o discesa, il nemico è l’aria che ti frusta, e sfruttare la scia di chi precede significa risparmiare fino al 30-40% di energia – proprio come le auto di Formula 1 che si incollano per vincere.
Ma con vento laterale, la zona di bassa pressione si sposta in diagonale, e restare “a ruota” non basta più. Ecco che entrano in gioco i ventagli: una formazione a zig-zag che trasforma il vento da nemico a alleato, occupando tutta la strada e lasciando i rivali esposti come polli in tempesta.
Per far scattare questa trappola, servono un gruppo misto, un vento laterale furioso e una strada dritta e larga – così, i ciclisti esclusi finiscono in fila indiana, a combattere l’aria da soli. La squadra all’attacco si mette in testa, accelera come matti e si dispone in ventaglio, con lo “stopper” a chiudere la fila e bloccare gli altri. È ciclismo crudo, intelligente e un po’ sleale, dove la fisica decide chi vince e chi piange.