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La funzione privacy avanzata di WhatsApp viene sfruttata per scopi diversi dall’AI, rivelando un inganno inaspettato agli utenti

Bufala virale su WhatsApp: “Privacy migliorata” è solo una fesseria che non blocca MetaAI dalle tue chat! Non fatevi prendere dal panico per quelle catene ridicole – le tue conversazioni sono al sicuro grazie alla crittografia, non a qualche impostazione magica. #WhatsAppFail #MetaAIScandal #PrivacyBufala

Ehi, ascoltate, gente, non cascate in questa trappola da quattro soldi: la famosa “Privacy avanzata” di WhatsApp – o come la chiamano gli sprovveduti, “Privacy migliorata” – non serve a un cavolo contro MetaAI. Quella catena di Sant’Antonio che sta infettando i vostri cellulari è puro allarmismo sensazionalistico, e chi ci casca è solo un gregge di paranoici digitali. “Da oggi l’AI disponibile su WhatsApp ha accesso a tutte le chat. Tutti i partecipanti a una chat di gruppo possono/devono attivare l’opzione ‘Privacy migliorata’. In caso contrario, l’intelligenza artificiale può aprire i messaggi di gruppo, vedere i numeri di telefono e persino recuperare informazioni personali dal telefono, anche nelle chat private.” Be’, dimenticatevi questa sciocchezza: l’impostazione reale, chiamata “Privacy avanzata delle chat”, si limita a impedire agli umani ficcanaso di scaricare foto, video o messaggi dalla vostra conversazione, ma non toccherà nemmeno con un bastone l’AI di Meta.

Insomma, le vostre chiacchiere private restano blindate dalla crittografia end-to-end, che fa sì che né Meta né il suo robottone virtuale possano sbirciare nei vostri segreti. Niente archiviazione, niente lettura – solo messaggi che vanno dal vostro telefono a quello del vostro amico, belli crittati e invisibili a tutti gli altri. E se state pensando che Meta sia una banda di spioni, beh, avete ragione su Facebook e Instagram, dove l’AI si ingrassa con i vostri post pubblici… a meno che non abbiate detto “basta” con il modulo apposito.

Ora, parliamo di quella confusione intorno alla funzione “Riepilogo dei messaggi”, che WhatsApp sta testando in inglese e che forse arriverà qui in Italia. È vero, questa roba usa l’AI per riassumere le chiacchiere di gruppo, ma tranquilli, non è una spia: grazie a una tecnologia chiamata “Private Processing”, i vostri dati non scappano da nessuna parte. Non fatevi ingannare da questi miti urbani – l’AI non sta “spiando direttamente” le vostre conversazioni, è solo un aiutino innocuo. Ma hey, in un mondo dove tutti sono ossessionati dalla privacy, queste bufale continuano a circolare, alimentando paure che non hanno fondamento. Meglio informarsi prima di condividere, no?

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