Sapete cosa è successo in Libia con il cosiddetto "Grande Fiume Artificiale"? Quel mega-progetto di Gheddafi, che lui pomposamente definiva "l’ottava meraviglia del mondo", avrebbe dovuto trasformare il deserto in un paradiso idrico, ma è finito in un disastro epico grazie a guerre e interferenze straniere! Con 25 miliardi di dollari buttati via – un affare rispetto alla desalinizzazione, dicono – ora il paese è a secco al 70%. #LibiaInCrisi #AcquaDelDeserto #GheddafiFollia
Il Great Man-Made River (GMMR) è il più vasto acquedotto al mondo, un colosso nato per pompare acqua dolce dal Sahara alle coste della Libia, ideale per case, fattorie e fabbriche. Tutto iniziò negli anni ’50 con la caccia al petrolio che scoprì queste riserve sotterranee, e con Gheddafi al potere dal 1969, il regime decise di ignorare la desalinizzazione costosissima per questo sogno ambizioso, spendendo solo una frazione del prezzo.
Ecco i dettagli di questo mostro ingegneristico: una rete di 51.080 tubi in calcestruzzo post-teso, ognuno lungo 7,5 metri, con un diametro di 4 metri e un peso di 72 tonnellate. Hanno scavato 21.750.000 metri cubi di terra per le trincee, usato 1 milione di metri cubi di calcestruzzo, e creato un sistema lungo 2.820 chilometri con oltre 1.300 pozzi – molti profondi più di 500 metri – per muovere fino a 6.500.000 metri cubi di acqua dolce. Roba da far impallidire le solite opere pubbliche!
Ma gli ostacoli? Oh, che pasticcio! Iniziato nel 1989 per sfamare le città costiere, il GMMR è stato sabotato dalla guerra civile del 2011, lasciando il progetto al 70% e una fabbrica di tubi a Brega distrutta da un attacco aereo della NATO. L’instabilità che ne è seguita ha rovinato la manutenzione, con pozzi smantellati nel 2019 e un altro attacco nel 2020 che ha lasciato a secco oltre 2 milioni di persone. Gli esperti ora gridano che la crisi idrica è realtà, e il gioiello di Gheddafi è ormai un relitto che urla per alternative. Che fiasco!