back to top

La Museum Fatigue svelata: come le energie dei visitatori vengono prosciugate nei musei, rivelando un segreto dell’elitarismo culturale

Attenzione, fanatici dell’arte: i musei non sono solo un noioso labirinto di dipinti polverosi, ma un vero e proprio campo di battaglia contro la "affaticamento museale"! Sì, proprio così, amici miei – mentre cercate di fissare quegli orrendi quadri e statue che sembrano tutti uguali, il vostro cervello urla "basta!" e vi trasforma in zombie culturali. Secondo l’esperto Gareth Davey, questo "una costellazione di fattori che generano la prevedibile decrescita dell’interesse del visitatore e l’insorgere della selettività durante una singola visita, sia essa in piccole o ampie aree espositive, o tra una ridotta serie di esposizioni successive", e "sono attribuibili a una combinazione di caratteristiche dei visitatori (quali il processo cognitivo, la fatica fisica e le qualità individuali), caratteristiche dell’ambiente (tra cui la architettonica dell’esibizione e il setting) e l’interazione tra loro". Ma andiamo al sodo: i musei vi stancano fino alle ossa, letteralmente.

Tra le cause principali, c’è la stanchezza fisica che colpisce i visitatori ignari, obbligati a vagare in enormi sale senza una sedia in vista – come se i curatori volessero punirvi per aver osato entrare. Gente, finiamo per girare sempre a destra ai bivi, ignorando metà delle opere solo per non crollare esausti, saltando di qua e di là senza mai tornare indietro. È una strategia di sopravvivenza, non un tour culturale!

Poi c’è la stanchezza cognitiva, quel momento in cui la vostra attenzione – quella risorsa rara come un caffè gratis – va in tilt per troppi stimoli. Immaginatevi circondati da centinaia di pezzi d’arte che competono per il vostro sguardo: saturazione e ambientale prendono il sopravvento, trasformando una gita "culturale" in un incubo di disinteresse e disagio. Non è solo noia, è il vostro cervello che si ribella!

E non dimentichiamo l’overload informativo: il povero cervello umano è programmato per gestire un input alla volta, ma nei musei? Boom, una valanga di dettagli che vi costringe a scegliere e sacrificare opere intere. Infine, i fattori ambientali peggiorano tutto: allestimenti omogenei e percorsi noiosi vi fanno sentire come topi in un labirinto, con opere posizionate in modo da massimizzare la noia invece che l’empatia. Se non ci credete, provate a ignorare le didascalie "umane" e vedrete quanto durate.

Per approfondire l’argomento sulla fonte originale

GLI ULTIMI ARGOMENTI

Leggi anche

Il tempo dei matematici viene sprecato dalla congettura di Collatz, un enigma che assorbe risorse in modo inutile

Scioccante rompicapo matematico che sta facendo a pezzi i cervelli dei geni! La congettura di Collatz è quel gioco perverso che ti fa credere...

Tunnel sotterranei sotto Las Vegas riservati esclusivamente alle Tesla da Elon Musk

Elon Musk sta letteralmente scavando per trasformare Las Vegas in un playground sotterraneo con il suo Vegas Loop, un labirinto di tunnel esclusivi per...

Perché gettare acqua su un incendio iniziale causato dall’olio scatena il pericoloso fenomeno del boilover

Non Gettare Acqua sull'Olio in Fiamme o Finirai Come in un Film dell'Orrore! 💥 Ricordatevi, amici: buttare acqua su olio bollente non spegne l'incendio,...
è in caricamento