Un recente studio condotto da un team di ricercatori dell’Università La Sapienza di Roma e dell’Università di Padova ha rivelato un calo costante della complessità musicale negli ultimi anni. L’analisi ha riguardato circa 20.000 composizioni di vari generi, tra cui classica, jazz, rock, pop, hip-hop ed elettronica, e ha mostrato come le strutture musicali siano diventate sempre più prevedibili e ripetitive. Questo fenomeno si osserva non solo nei generi più recenti, ma anche nella musica classica e jazz, che in passato erano caratterizzate da strutture armoniche complesse. Tra i fattori individuati nel cambiamento ci sono la democratizzazione della produzione musicale, l’accesso a tecnologie avanzate e il ruolo degli algoritmi di streaming, che sembrano favorire l’emergere di brani più immediati.
Il processo di semplificazione della musica: melodie sempre più ripetitive
Nel corso della storia musicale, le composizioni erano spesso caratterizzate da armonie complesse e transizioni tra le note più articolate. Autori come Beethoven e jazzisti come Coltrane e Davis hanno creato opere con una ricca varietà melodica. Al contrario, le canzoni odierne tendono a ruotare attorno a poche note ripetute, con ritornelli facilmente memorizzabili. I ricercatori hanno utilizzato strumenti della scienza delle reti per mappare le composizioni musicali, misurando varietà e complessità strutturale. I risultati indicano che, negli ultimi decenni, la varietà delle transizioni tra le note è diminuita, con brani che mostrano un aumento della ripetitività. Sebbene la musica classica e il jazz mantengano una certa complessità, anche questi generi storici sono soggetti a una semplificazione evidente, con una diminuzione delle variazioni melodiche.
Grafici che mostrano la semplificazione musicale nel tempo nei principali generi. Credit: arXiv.
Perché le canzoni diventano più semplici
Le cause di questa trasformazione includono l’evoluzione tecnologica. In passato, la creazione musicale richiedeva competenze specifiche e strumenti elaborati, mentre oggi chiunque può utilizzare software per produrre tracce. Questa democratizzazione ha reso la musica più accessibile, ma ha anche favorito l’adozione di strutture più semplici, influenzate dagli strumenti digitali. Con l’avvento dello streaming, piattaforme come Spotify e YouTube Music si basano su algoritmi che premiano le canzoni immediati e orecchiabili. Brani con ritornelli semplici tendono a ottenere più ascolti, contribuendo alla loro diffusione. Inoltre, la crescita della velocità di fruizione dei contenuti ha portato a una maggiore frammentazione dell’attenzione del pubblico, suggerendo che le hit di successo devono conquistare l’ascoltatore rapidamente.
Qual è il futuro della musica
Il futuro della musica è oggetto di discussione. La continua semplificazione potrebbe limitare l’innovazione, oppure si potrebbe assistere a un ritorno della complessità in risposta alla ripetitività attuale. La previsione è complicata, in particolare considerando l’impatto crescente dell’intelligenza artificiale nel panorama musicale.