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La navicella di Starship di SpaceX esplode e si incendia in volo: cosa è successo

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Il settimo test di volo integrato del razzo Starship di SpaceX ha subito un parziale fallimento. La , nota come Ship, è esplosa in volo il 16 gennaio 2025, a 8 minuti e 26 secondi dopo il decollo, avvenuto alle 23:37 ora italiana. Starship, che è il razzo grande e potente mai costruito, misura 123 metri di altezza e ha come obiettivo il ritorno degli esseri umani sulla Luna e la futura esplorazione di Marte. Il test intendeva replicare le operazioni svolte nei precedenti tentativi, inclusa la cattura automatica del booster, riuscita perfettamente, e il rilascio di un carico di finti satelliti Starlink, ma ha presentato problemi imprevisti.

Il booster è stato catturato con successo circa 7 minuti dopo il lancio, ma a T+8:26 minuti il contatto con Ship è andato perso. Le prime ricostruzioni di SpaceX indicano che una perdita di propellente ha portato allo spegnimento progressivo dei motori, seguita dalla disintegrazione navicella, esplosa a circa 150 km di quota sopra i Caraibi. I detriti sono successivamente rientrati e bruciati nell’atmosfera sopra le Piccole Antille. SpaceX sta collaborando con la FAA per determinare le cause del fallimento, assicurando che questo evento non comporterà ritardi nei programmi di test della Starship previsti per il 2025.

Obiettivi del settimo test

Il settimo test di volo integrato di Starship mirava a replicate le operazioni precedentemente riuscite, con un’innovazione. Per la prima volta, era previsto il rilascio di un carico dimostrativo, composto da 10 finti satelliti simili ai modelli Starlink, circa 17 minuti dopo il lancio. I satelliti avrebbero dovuto rientrare nell’Oceano Indiano al largo dell’Australia circa 66 minuti dopo il decollo. Durante la preparazione, sono state apportate diverse modifiche al razzo, portando a considerarlo una 2.0.

Dettagli sul lancio dello Starship

Il lancio di Starship ha avuto luogo il 16 gennaio alle 23:37 ora italiana dalla Starbase di Boca Chica, in Texas. I primi stadi del volo si sono svolti come previsto, con l’accensione di tutti e 33 i motori Raptor e una manovra di hot staging eseguita con successo. Il booster Superheavy è rientrato autonomamente, venendo catturato dalle braccia robotiche della torre Mechazilla, ripetendo una manovra già realizzata in precedenti test. Tuttavia, a 8 minuti e 26 secondi dal decollo, il segnale con Ship è andato perso e, successivamente, sono emersi video che mostrano la disintegrazione della navicella a 150 km di altezza.

I video provenienti dai social media hanno mostrato aerei di linea nelle vicinanze della zona di rientro dei detriti. Tuttavia, la FAA aveva già informato le compagnie aeree riguardo al lancio e ha emesso un allerta di emergenza durante la disintegrazione della navicella.

Cause dell’esplosione della Ship

Dai primi risultati delle analisi di SpaceX, la disintegrazione della navicella Ship sembra essere stata causata da una perdita di propellente nella cavità sopra il motore. Questa perdita ha superato la capacità delle valvole di sfogo, causando un’esplosione. Durante la diretta del test, erano già emerse fiammelle da una cerniera dei flap posteriori, seguite dallo spegnimento dei motori e dalla perdita di contatto. SpaceX ha annunciato che implementerà un nuovo sistema anti-incendio e valvole con capacità di sfogo migliorata, parte di un programma di test progettato per garantire la sicurezza delle future missioni.

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