La nuova tecnologia italiana trasforma la CO2 in bicarbonato di calcio immagazzinandola in mare

Lo sviluppo di nuove tecnologie per affrontare le sfide del cambiamento climatico è un tema di crescente interesse. Una delle innovazioni più recenti proviene dalla start-up italiana Limenet, che ha creato un processo in grado di trasformare la CO₂ in bicarbonato di calcio. Questo materiale viene poi iniettato nel mare, dove può essere immagazzinato per millenni.

Funzionamento della tecnologia

Il processo sviluppato da Limenet imita e accelera un fenomeno naturale. In natura, la pioggia assorbe la CO₂ atmosferica e penetra nelle rocce calcaree, dove genera bicarbonato di calcio. Questo composto disciolto finisce per raggiungere l’oceano. Nel video informativo, vengono presentate dettagliatamente le fasi tecniche, supportate da animazioni 3D.

Impatto ambientale del bicarbonato di calcio

Immettere bicarbonato di calcio nell’oceano non solo è considerato sicuro per l’ambiente, ma ha anche un beneficio collaterale significativo: contribuisce a contrastare l’acidificazione dei mari. L’acidità degli oceani, aumentata dalla CO₂ atmosferica, ha effetti negativi sugli ecosistemi marini. Il bicarbonato, essendo una sostanza alcalina, può mitigare questo problema. Prima di procedere con l’applicazione della tecnologia, però, è essenziale effettuare analisi sull’acqua per determinare le quantità di bicarbonato che possono essere aggiunte senza rischi.

Potenziale di stoccaggio della CO₂

Secondo studi scientifici, i bicarbonati di calcio permettono il sequestro della CO₂ per oltre 10.000 anni, un periodo paragonabile a quello dello stoccaggio geologico. Un rapporto recente dell’IPCC ha affermato che le tecniche che aumentano l’alcalinità dell’oceano, come quella proposta da Limenet, potrebbero rimuovere fino a 100 miliardi di tonnellate di CO₂ all’anno, superando le attuali emissioni annuali. Attualmente, si trova già in funzione un impianto di prova, installato vicino al mare ad Augusta, in Sicilia, con una capacità annuale di immagazzinamento di circa 800 tonnellate di CO₂ nette.

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