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La pole position determina sempre la vittoria? Le statistiche dal 1950 a oggi smontano i miti del favoritismo in F1

Pole Position in F1: Il Mito che Crolla in una Nuvola di Fumo!

Ehi, appassionati di Formula 1, svegliatevi: la pole position è un bluff clamoroso, o almeno lo è stata per oltre 70 anni! Negli oltre 1100 Gran Premi dal 1950, “solo” circa il 42% delle gare sono state vinte dal pilota che partiva in pole, quindi in media quasi 6 volte su 10 è qualcun altro a fare festa. Quest’anno, con il 64% di successi nella stagione 2025 fino all’Ungheria, sembra che le cose stiano cambiando, ma non contateci troppo – le auto moderne potrebbero essere più affidabili, ma i piloti? Sempre un casino! #F1Shock #PolePositionDisastro #Formula1Fail

Preparatevi a un giro di pista nei fatti nudi e crudi: la pole position, quella prima casella tanto ambita, promette aria pulita, traiettoria ideale e meno contatti al via, ma nella realtà delle gare piene di imprevisti, è spesso un trampolino per delusioni epiche. Prendete la stagione 2025: su 14 Gran Premi, ben 9 volte il poleman ha vinto, sfiorando il 64% – un balzo rispetto al solito 42% storico, grazie a auto più robuste e circuiti che rendono i sorpassi un incubo. Eppure, non è roba da supereroi: storicamente, con le vecchie carrette, incidenti e guasti mandavano tutto all’aria, ma oggi, se parti primo, hai più chance di non schiantarti. Ayrton Senna trasformava la pole in vittoria nel 44% dei casi (29 su 65), mentre Lewis Hamilton è un mostro con il 58% (61 su 104) – roba da far invidia, o da far incavolarsi i bookmakers!

Ma ecco il colpo di scena: la pole non è una garanzia, dipende dal circuito, e qui le cose si scaldano. Nei tracciati stretti come Monaco, dove sorpassare è come infilare un elefante in una scatola, il poleman vince il 75% delle volte – pensate a Charles Leclerc nel 2022, partito primo sotto la pioggia ma finito quarto per una strategia da idioti ai box! Al contrario, su mostri come Monza, solo il 35% di successi, grazie ai rettilinei dove i sorpassi sono una festa. A Spa-Francorchamps, circa il 39%, e a Singapore, un altro inferno stretto, sale al 66%. Attenzione, però: anche sui circuiti blindati, una partenza da cani o una Safety Car possono rovinare tutto – parliamo di sliding doors che trasformano eroi in zimbelli.

E ora, i re della pole: Max Verstappen guida la classifica con un assurdo 75% di vittorie (33 su 44 pole), dimostrando che è un marziano; Alberto Ascari seguiva con il 64,29% nei ’50, quando la F1 era un ring. Fernando Alonso al 63,64% (14 su 22), Michael Schumacher al 58,82% (40 su 68), e Hamilton al 58,65% (61 su 104). Ma che ridere con Charles Leclerc: solo il 18% di conversioni (5 su 27 pole), il peggiore tra i vivi – un talento sprecato, proprio come René Arnoux con l’11% o Nelson Piquet al 20,83%, che fa male per un tre volte campione. Insomma, la pole è oro o trappola? Dipende, ma scommettiamoci su: in F1, l’unico vincitore sicuro è il dramma!

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